È un dogma motivato o fantasia di sognatori: la matematica è, o non è un’opinione? A volte è una via di mezzo, ma i numeri forniscono comunque una ragionata verità e una virtuale scommessa sull’esito di Venezia-Napoli non può metterla in discussione. Azzurri super favoriti nonostante i campanelli d’allarme suonati da Spalletti, avviso ai tifosi che va interpretato come alibi preventivo per assolvere un improbabile passo falso degli azzurri in laguna, dove nel bel mezzo del mitico carnevale si propone l’Osimhen mascherato per tutt’altra ragione. La logica dei numeri: l’avversaria di Insigne e compagni- si legge - se ne sta mestamente sul fondo della classifica, quart’ultima della classe. Certo, deve recuperare una partita, ma finora ha totalizzato 18 miseri punti, ha segnato solo 20 gol e ne ha subiti 40, il doppio. Qui Napoli: chi ipotizza con ottimismo di campanile buone possibilità di scudetto sulle maglie azzurre finge di non ricordare le incredibili sconfitte del Napoli subite da Sassuolo, Empoli, Spezia, le vittorie e i pareggi stentati, che probabilmente hanno influenzano la prudenza ingiustificata, le contraddizioni di Spalletti. Il tecnico, indossati i panni del realismo della ragione - spiega - ha definito il Venezia tosto più dell’Inter (sic), che si avvale di un allenatore ‘che fa il suo mestiere’ (sic). Ma chi pensa di convincere? Una a riflessione parallela, criptica più degli oracoli della Sibilla cumana, completa l’’esternazione mentre il naso gli si allunga alla Pinocchio: Spalletti dice di condividere l’ottimismo giovanile di Zielinski, che interprete estemporaneo della sfera di cristallo, dichiara di credere nella conquista dello scudetto “perché mancano ancora tante partite”’. Il coach approva e allora - si legge - come può condividere il pronostico con la sopravalutazione del Venezia in zona retrocessione? Si dice contento per la conclusione del calcio mercato, “Perché non è stato privato di giocatori” (sic). Glissa ed è sintonia piena con De Laurentiis, sulla rinuncia della società ad ingaggiare star di valore internazionale. Scherza, ma è finta allegria, sul clima festaiolo del carnevale veneziano e su Osimhen uomo mascherato, che finalmente rientra in squadra, quasi full time, dopo la lunga assenza dal campo. Si spera in un rientro con la testa a posto che lo tenga lontano dai cartellini giallo e rossi, convinto da Spalletti a reprimere eccessi di esuberanza giovanile. Questa è da non perdere: Spalletti inserisce nel pacchetto di preoccupazioni per il nell’isola di Sant’Elena via mare, in traghetto. E che problema sarebbe? Comunque, oggi gli azzurri possono assaporare il difficile ritorno alla normalità, con l’organico quasi al completo e gongolare per l’esito del derby meneghino che ha frenato la possibile fuga dell’Inter capolista, ha rilanciato le chance del Milan, vittorioso con il punteggio di 2 a 1 e motivato al massino il Napoli. Con la vittoria in Veneto - aggiunge - gli azzurri tallonerebbero la squadra di Inzaghi (che però deve recuperare una partita) a un solo punto di distanza. Sorpresissima del Cagliari, che batte l’Atalanta e fa danno al Venezia scavalcato in classifica. Novecento i tifosi napoletani, azzurri in blu, in stile Armani, in rosso il Venezia. Arbitra Mariani, pronti via. Napoli subito aggressivo, Venezia arroccato nella propria metà campo. Muro dei lagunari. Ma anche qualche timido accenno di ripartenza: occasione per Okereke al minuto 31, respinge Ospina, tap-in di Cuisance, si oppone Lobotka. Tre minuti prima il quasi gol di Osimhen, che scheggia l’incrocio dei pali e Lezzerini si salva. Fastidioso il copia-incolla di Zanetti - spiega - che organizza un bunker difensivo davvero difficile da ‘bucare’. Napoli so, so come dicono gli inglesi. Ovvia la superiorità nel possesso palla, poco altro. Il bel calcio è altro. Il Napoli? Lento, passaggi laterali, Insigne nullo o quasi, poco Osimhen, insignificante l’incisività, Politano in ombra. Bene Lobotka e non è una novità. La difficoltà supplementare - aggiunge - la provocano le dimensioni ridotte del campo di Penzo, che ospita l’incontro. Second time. Riscaldamento di Mertens e Petagna, scontro di Ebuehi con l’arbitro, testa contro testa. Tempo da recuperare. Minuto 59 fatale per i veneti. Cross da destra di Politano, Osimhen vola oltre le teste di Ebuehi e Caldara e fulmina Letterini. Uno a zero. Cambio di Zanetti: la punta Henry per Nani. Dentro Aramu e Busio per Johnsen e Crnigoj. Altri cambi: Fiordilino e Nsame per Cuisance e Ampadu, nel Napoli Mertens ed Elmas per Insigne e Politano. Esce Osimhen per Petagna e Ghoulam sostituisce Zielinski. Otto minuti di over time. Fallaccio di Ebuehi su Mertens rosso per il giocatore veneziano. Al minuto 99 Petagna trova il 2 a 0. Su veloce ripartenza di Mertens, il suo tiro respinto: irrompe il centravanti entrato da poco e fa gol. Massimo risultato con il minimo sforzo e tensione a mille per la sfida di sabato prossimo, quando il Napoli affronterà l’Inter.
Luciano Scateni
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