SCATENI/Dieci sfumature di grigio: Napoli 1, Lipsia 3


Articolo pubblicato il: 16/02/2018 10:20:21

Primo: Sarri si cosparga il capo di cenere, confessi i suoi peccati mortali e si scusi pubblicamente con Napoli e i napoletani per la vergognosa sconfitta con il Lipsia.

Secondo: la squadra tedesca non ha qualità al di là di un discreto livello, quindi nessun alibi per la prestazione sciatta, svogliata, rassegnata degli azzurri, quasi a perdere per uscire rapidamente dall’Europa League.

Terzo: De Laurentiis abbia ancora il coraggio di ripetere che a questa squadra bastano e avanzano degli undici titolarissimi e spieghi perché è fallito ogni presunto tentativo di acquisti invernali.

Quarto: dicano gli azzurri se sono stati mandati allo sbaraglio e perché. In particolare si pronunci l’inesistente Ounas, la brutta copia di Diawara, la controfigura di Rog, il latitante Koulibaly, il sorprendente accidioso Hysaj e i subentrati controvoglia Allan, Insigne.

Quinto: I vertici del Napoli, staff dirigenziale e tecnico, vadano in conferenza stampa e dichiarino, se ne hanno il coraggio, di essere ben contenti per aver compromesso il percorso di Coppa e preservatore energie, determinazione per il campionato.

Sesto: come rimproverare chi ha disertato il San Paolo e i fedelissimi, poco più di diecimila, sovrastati dai cori appassionati dei 1.500 tedeschi. E’ peregrina l’ipotesi che un futuro incontro di coppa casalingo si possa disputare solo con quattro gatti sugli spalti?

Settimo: non è piaciuta l’ira funesta di Sarri, manifestata con calci alla panchina ad ogni magagna difensiva del Napoli che ha spianato la strada ai gol del Lipsia. Più legittimo e richiesto è un onesto mea culpa.

Ottavo: la sentenza su un Napoli irriconoscibile è arrivata molto presto. Approssimativo possesso di palla dall’inizio, un sequenza ignobile di passaggi fuori misura, fiacca aggressività, automatismi assenti.

Nono: primo tempo da dimenticare e comunque meglio il Lipsia, pur senza strafare. Onas, uno dei peggiori in azzurro, che sembrava aver marcato pro forma il cartellino della presenza in campo, porta in vantaggio il Napoli, che non aveva alcun merito pregresso, al minuto sette della ripresa. Tonelli, Callejon, Ounas, piatto destro, palo e palla in rete.

Decimo: il Lipsia proprio non ci sta. Domina in lungo e in largo, buca a suo piacimento la difesa azzurra (la migliore del campionato? Questa proprio no) e punisce il Napoli con lo scatenato Poulsen e il classico Werner. 1 a 1 al minuto 61, propiziatore un irriconoscibile Diawara, che sbaglia il ventesimo passaggio, Werner implacabile. Balla la difesa del Napoli, si scopre come capita alle squadre colabrodo. Il Lipsia intuisce che può infierire. Succede al 74°. Contropiede tedesco, tre contro due, assist di Poulsen per Bruma, solo soletto davanti a Reina: 2 a 1 per i tedeschi. A provocare il travaso di bile e altri calci di Sarri alla panchina ci pensa   di nuovo Werner. Fa acqua la difesa napoletana, l’attaccante tedesco si fa spazio in area di rigore del Napoli e mette comodamente in rete il gol del 3 a 1. E’ il minuto 93!!! Nel naufragio finisce perfino Insigne, spedito da Sarri a rilevare Zielinski. Tanto per far qualcosa.

Morale della favola: andare in campo perché non se ne può fare a meno, è prendere per i fondelli i diecimila del San paolo e i molti, indignati, i molti di più che hanno assistito in televisione alla resa senza onore del Napoli.

Luciano Scateni