Ludwig Van Beethoven ha fermato la meraviglia delle sue sinfonie alla numero nove e i milioni su milioni di estasiati amanti della musica inimitabile dell’immenso compositore ci sono rimasti male, per il desiderio represso di ascoltare la decima. Con un parallelo certamente azzardato, ma possibile, se in rapporto alla “Grande bellezza” del gioco più amato del mondo, è del Napoli la decima sinfonia (calcistica) del Napoli e incanta e non solo i fan di Insigne, Hamsik, Mertens e compagni. Tipi che hanno esaltato lo sport che fu di Pelé, Cruiff, Maradona, che ora si inebria delle meraviglie donate agli appassionati da Messi, Ronaldo, Neymar e leader mondiali della regia a bordo campo come Guardiola, non esitano a definire gli undici di Sarri il bello assoluto del calcio.
Dire che il giudizio coinciderà anche con la conquista dello scudetto è certamente azzardato, ma pensare che gli azzurri ne siano gli aspiranti più più autorevoli è non solo lecito ma realistico.
Nel Sardegna Arena una nuova esecuzione della sinfonia numero dieci ha ipnotizzato la volenterosa pattuglia che Lopez ha messo in campo plagiando i colleghi di formazioni tecnicamente inferiori: cioè un 3-5-1-1, sostenuto da foga forsennata al via del match. Gli azzurri, consapevoli per esperienze pregresse del temporaneo assalto lancia in resta, hanno controllato la frenesia dei sardi, attenti a non subire danni. Passata la tempesta, ovvero la sfuriata atletico-tattica, l’inerzia della partita e l’andante con brio della sinfonia ha lasciato intuire l’esito del “concerto”. Primo step della svolta al minuto 29 del primo tempo, quando il Napoli ha concluso a velocità supersonica il passo di carica dei suoi solisti. Allan, superman insostituibile della macchia da gol napoletana, in percussione sulla destra, a testa alta ha colto l’attimo fuggente dell’incursione in area di Callejon. Assist millimetrico, fiondata senza scampo per Crano, uno a zero. E’ l’ottava rete dello spagnolo in questo campionato.
Lopez e i suoi prodi ne escono frastornati e consapevoli che il Napoli è grande, troppo per una squadra simpatica, combattiva, orgogliosa, ma di caratura nettamente inferiore. Il numero tredici è fatale per l’allenatore del Cagliari e per i suoi ragazzi. Al 42°, ovvero dopo tredici minuti dal gol di Callejon, un tenace, combattivo Hysaj tra un nugolo di difensori rossoblu crossa forte, teso. Mertens si avventa sul pallone con un guizzo da centravanti di razza. La minima deviazione è sufficiente per spedire il pallone in rete. 2 a 0, gol numero 16 del belga. Second time. L’esecuzione della “sinfonia” riprende di dove gli esecutori l’avevano lasciata e al minuto 16 una delle variazioni vincenti sul tema del contropiede perfetto è disegnata dal fantastico tandem Insigne-Hamsik. All’invito di Lorenzinho, il capitano risponde pronto e al volo fulmina Cragno. Il 3 a 0 finisce nello suo scrigno d’oro, per consolidare il primato di più prolifico goleador del Napoli. Manca all’appello Insigne? Per poco. Il vice capitano nello sviluppo di un’azione corale di eccellente levatura crossa e Castan intercetta in area con il braccio distante dal corpo. Per Giacomelli è rigore. Insigne sul dischetto, pallone nell’angolo alla destra di Cragno, quattro a zero. La sinfonia potrebbe concludersi qui, con l’assolo del talento numero uno in azzurro, ma lo spettacolo richiede il bis. Lo esegue il solista che ha fugato tutti i dubbi sulle chance di colmare il vuoto lasciato da Ghoulam. Mario Rui, a due minuti dal fischio finale, concerta con Callejon la responsabilità di eseguire un calcio di punizione da posizione molto invitante. Lo spagnolo con galanteria si fa da parte. Rui inventa una traiettoria alla Mariolino Corso (chi non ricorda le sue micidiali punizioni?). I pallone scalva la barriera e con effetto magico finisce nel sette alla sinistra di Cragno. 5 a 0, premio meritatissimo per un gigante della difesa azzurra, a prescindere dall’altezza in centimetri. D’ora in poi, tutti con gli occhi aperti, per sapere se Gasperini, quando sarà recuperata Juve-Atalanta, farà la persona seria e metterà in campo la sua formazione migliore. Nell’attesa, i napoletani si godano i quattro punti in più degli azzurri sui bianconeri.
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