Chapeau: l’Inzaghi junior ha plasmato la Lazio con perizia, come farebbe un abile veterano dell’organizzazione calcistica e la squadra che rappresenta mezza Roma, o quasi, naviga nell’azzurro del mare che la Juventus, benché team di città terrestre qual è Torino, monopolizza da anni, spinta dal vento dei tanti milioni Fiat. Meno benevolo è il giudizio sulla tifoseria laziale, quantomeno della sua quota di razzisti, inquinati da rigurgiti di neofascismo che si manifestano con ingiurie alle avversarie del Sud. Ad alimentare la tracotanza di questi mascalzoni travestiti da tifosi contribuisce la perversa scelta editoriale di molti media, che riservano gli spazi della comunicazione, per quantità e qualità, a cinque club e cioè a Roma, Lazio, Juventus, Inter, Milan. Nell’assenza di ‘par condicio’ sportiva, per citare una testata generalista, è coinvolta sistematicamente la redazione sportiva di ‘la Repubblica’, più volta richiamata, ma inutilmente al dovere di imparzialità. A farne sistematicamente le spese è il Napoli, che nelle pagine del giorno in cui si svolgono le gare di campionato è presente con una decina di striminzite righe su una colonna, in basso pagina, per le probabili formazioni. Da una redazione di un giornale di sinistra, in presenza di sole due partite disputate ieri per evitare il rischio di contagio del coronavirus, ci si aspetterebbe un adeguato rilievo per la partita vittoriosa del Napoli sul Torino e un commento articolato sull’iniziativa dei tifosi napoletani, che in risposta al “napoletani coronavirus” degli ignobili cori bresciani, hanno esibito lo striscione “Nelle tragedie non c’è rivalità. Uniti contro il Covid-19”. E invece, nella distribuzione degli spazi del giornale fondato da Scalfari, una pagina e mezzo alla Lazio con mega foto, l’altra metà al perché delle partite non disputate e al Napoli poco meno di un quarto della pagina successiva. Complimenti.
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