“Sin sala bim”. Una voce impertinente, dissacratoria, si concede al sarcasmo in piena tragedia italiana e senza compenso suggerisce ai gialloverdi, squadretta di dilettanti della domenica, la formula finto magica del prestidigitatore Silvan perché dal cappello a cilindro non esca il classico coniglio, ma il nome di chi dovrebbe gestire il pasticciaccio brutto del binomio di evanescenti Di Maio-Salvino. Chiunque sia, perderà chili e materia grigia per rattoppare il famigerato contratto che da mane a sera “muta d’accento e di pensier” (da La donna è mobile, Rigoletto).
Ipotesi: mostrato all’inclito pubblico di leghisti e grillini il nome della vittima sacrificale, il “poareto” dovrà cavarsela per respingere i colpi del fuoco nemico se, ad horas, non intervenissero le millesime modifiche al contratto stilato in spregio alla correttezza istituzionale. Per chi non è lettore abituale del quotidiano la Repubblica, riepiloghiamo le nefandezze al pastrocchio del famigerato contratto.
Alla pagine 32, si dice che il sistema del “bail in” bancario (prelievo forzoso) ha provocato la destabilizzazione del credito in Italia, con conseguenze negative per le famiglie, che si sono viste espropriare dei propri risparmi ritenuti al sicuro. Menzogna. I correntisti implicati nel fallimento delle banche sono stati tutelati del credito fino a 100 mila euro. I crollo delle banche si deve alla loro pessima amministrazione. Tra l’altro, i 5Stelle votarono contro il “bail in”, mentre la Lega pilatescamente si astenne. In tema: per il Monte dei Paschi il contratto prevede l’arcano di una “rifocalizzazione” (sic) della mission, ancor prima di assumere l’onere di governare il Paese e ha provocato un crollo delle azioni con l’aggravante di un’esternazione leghista, illecita, sul cambio al vertice dell’istituto di credito e l’esonero dell’amministratore delegato.
Altro punto del contratto parla dell’acqua pubblica” della nascita di una società di servizi a livello locale”. Peccato che il progetto sia già in corso da tempo.
Un capitolo del progetto di governo promette il rinnovo del contratto e il riordino delle carriere delle forze dell’ordine. Il grillin-leghismo ignora che tutti e due i punti sono stati già attuati dal governo Gentiloni.
C’è poi l’idea di abolire l’inutile e dispendioso Cnel che non esisterebbe da tempo se avesse prevalso il sì al referendum che proponeva di eliminarlo.
Un vulnus scandaloso del Paese è l’assenza di sanzioni adeguate per il conflitto d’interessi. Nel contratto (quello di Berlusconi non c’entra per niente?) formule vaghe e, dice Rizzo, incomprensibili.
La giunta per le elezioni? “Organo anacronistico”, dicono Lega e Grillini, “composto essenzialmente di politici”. Poiché è commissione parlamentare, si chiede Rizzo, da chi altri dovrebbe essere composta?
In tema di difesa il contratto sostiene che deve essere tutelata l’industria di settore (insomma più armi), ma “in ambito prettamente bellico”. E in quale altro ambito, mistificanti Salvini-Di Maio?
Il contratto auspica poi una “pace fiscale”, espressione che tradotta equivale all’ennesimo condono a favore degli evasori.
Molto da dire sulla proposta di premiare gli imprenditori che mantengano il posto di lavoro dalle lavoratrici dopo la nascita dei figli. Premiarli? Dovrebbe farlo solo per correttezza, altro che premi.
Puntiamo alla risorsa turismo proclama il contratto, Secondo Castore e Polluce, cioè Lega e5Stelle, il settore vale tra il 12 e il 14% del prodotto interno lordo. Il turismo in quanto tale, precisa l’articolo della Repubblica, incide sul Pil per il 4% e con l’indotto tocca appena il 10 %.
Per non dire del Tav, treno ad alta velocità. Un giorno “va fermato” e il giorno dopo … “vedremo”, o del reddito di cittadinanza. Rinviato al 2020, quando molto con molta probabilità, i due populisti vedranno esaurita l’esperienza di governo.
Detto tra noi: fossi grillino e qualcuno mi proponesse di occupare lo scanno più importante di Palazzo Chigi, chiamerei il più vicino centro di assistenza ai disagiati mentali, per consegnare i fuori di testa alle mani esperte di uno psichiatra.
La migliore del giorno. Don Silvio, al secolo Berlusca, lo stesso del bunga-bunga, di festini, olgettine, del Ruby ter in corso e di altre amenità tra burlesque e affini, accusato di pagare testimoni della sue serate “allegre”, è immortalato nell’atto di firmare un appello contro la violenza delle donne, testimone Michelle Hunziker, nelle vesti di inviata del programma “Vuoi scommettere?” targato ovviamente Mediaset. E’ come se il cardinale australiano Pell, protettore di preti colpevoli di abusi sessuali, firmasse un manifesto contro la pedofilia.
Luciano Scateni
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