SCATENI/Conta il risultato: a Bergamo Atalanta 1, Napoli 2


Articolo pubblicato il: 04/12/2018 10:22:27

Complimenti Ancelotti, il suo ammonimento ai tifosi razzisti dell’Atalanta e all’arbitro, di chiedere la sospensione della partita al primo insulto contro Napoli o lo stratosferico centrale di colore Koulibaly, ha funzionato e la partita si è svolta nel clima di normale e leale contrapposizione. Un secondo dopo i tre fischi, che hanno fissato il risultato sul 2 a 1, un’occhiata a internet ci ha informato che Sant’Arcadio martire esiste e ha fatto onore alla sua fama di protettore del centravanti azzurro, l’Arkadiusz Milik. Il miracolo accade al minuto 85, quando l’esito della sfida di Ancelotti a Gasparini sembrava destinata a chiudersi in parità, con evidente rammarico di Insigne e compagni per un nuovo regalo alla Juventus. Non è un a scoperta, la squadra, che Gasparini mette in campo, è avversaria di tutto rispetto per chiunque. Anche per il Napoli, pur in vantaggio dopo centoventi secondi dal via fischiato dal signor Giacomelli. Contropiede fulmineo degli azzurri, Insigne vola sulla destra, cross perfetto per Fabian Ruiz, che si catapulta e spedisce il pallone, al volo, alle spalle di Berisha. Uno a zero. Futuro del Napoli in discesa? Non va così, anche se gli azzurri si procurano un paio di occasioni per raddoppiare, una con Insigne che scavalca Berisha con un pallonetto, finito distante dalla porta dell’Atalanta. I nerazzurri, ben impostati e con Gomez direttore dell’orchestra atalantina non fanno paura e il primo tempo si chiude senza episodi eclatanti. Al Napoli sembrano far difetto la solita velocità, a tratti la precisione dei passaggi e incisività in avanti. Allan da un paio di giornate non è più il gigante dominatore assoluto del centrocampo e sul fronte opposto Zapata, da buon ex, crea più volte scompiglio nel cuore della difesa napoletana. Second time: l’inerzia del gioco si veste di nerazzuro con una partenza sprint e il solito Zapata risolve con una zampata vincente una confusa mischia nell’area di rigore del Napoli. Uno a uno. Il gol trasforma in adrenalina l’energia positiva dei padroni di casa, ma costa loro non poco in energie fisiche Parentesi: Ancelotti ha dato fiducia a Ospina che non è un mostro di portiere e neppure un brocco. Il consiglio è che lo mandi a frequentare corsi serali per imparare l’importanza di rinvii intelligenti, calibrati, a favore dei compagni. Ne abbiamo contati almeno quindici finiti sulla testa o tra i piedi degli avversarie e così proprio non va. La pagella finale dice di un Napoli a tratti con l’abito buono delle serate di gala e a tratti dimesso, poco brillante. Il sei in condotta si deve, per essere espliciti, a un certo numero di passaggi laterali in zone del campo a rischio, a nessuna contromisura per limitare l’agibilità di Gomez, faro del gioco atalantino, alla mancanza di “cattiveria”, richiesta per trasformare la superiorità tecnica in gol. Ancelotti ha intuito l’urgenza di innestare forze fresche per provare a vincere e mantenere identica distanza dalla Juventus. Gasparini punta su Valzania per un ottimo, ma stanco Rigoni e in extremis su Tumminello per Mancini. Cambia poco nell’Atalanta, che paga fisicamente l’aggressività spesa nel tentativo di far suo il match. Ancelotti risponde con il doppio cambio Zielinski per Fabian Ruiz e Hysaj per Maximovic. Al minuto 82 spedisce all’assalto Milik, che ripaga la decisione con un gol alla Nordhal, da vero bomber. Tre minuti dopo il suo ingresso in campo, su lancio da centro campo, anticipa tutta la difesa nerazzurra e fulmina Berisha con un tiro imparabile. Due a uno e nella curva dei tifosi napoletani è festa grande.

Luciano Scateni