SCATENI. Come la nevicata del '56






Articolo pubblicato il: 27/02/2018 15:04:29

Napoli silente, ovattata, in bianco assoluto, ad eccezione del cielo, opaco in toni di grigio britannico. Il pianto sommesso, impercettibile delle bouganville, innaturalmente curve su se stesse, inginocchiate, le mimose senza più giallo a vista.

Un’imponente ucraina a capo scoperto, in abiti da inverno ai Caraibi è, a suo agio, nella piazza dove dal naso della statua di Vincenzo Bellini pende una mini, gelida stalattite e due ragazzi, respinti dalla scuola off limits, si fanno guerra a pallate di neve. Irina ha sul volto nostalgia. E’ vivo, come mai dagli anni dell’esodo, il ricordo del gelo di Kiev: passeggia di buon mattino con il setter di Patrizia, che le dà lavoro come colf preziosa. Patty, per gli amici, se ne sta coperta fino ai capelli nell’avvolgente calore del grande letto, la borsa dell’acqua ancora tiepida stretta tra i piedi.

Tutti a casa: “Che bello, come nel ’56…e chi esce stamattina…foto, sì prendi lo smartphone… guarda (dal di qua della finestra), il Vesuvio è invecchiato, tutto bianco…chissà su ai Camaldoli quanta ne ha fatta…”

Il the end della magia si dissolve in un attimo, al primo sole che meteo ha puntualmente pronosticato. La conduttrice di Sky con lo sfondo del Maschio Angioino ancora parzialmente innevato, commenta così l’evento: “Che bella Napoli, anche con la neve”.

Rieccoci. I rumori della città, le mimose di nuovo in giallo, la neve dissolta, il cielo che fa largo al sole, Patrizia fuori dal letto, le foto della Napoli inconsueta riversate sul Pc, verificate con Photoshop, due o tre pensieri sulla neve, la routine quotidiana. “Ciao Tonino, visto che Napoli in quel di Cagliari, Sarri non lo ferma più nessuno”.

A Napoli per pochi giorni post esami, Livia, primo anno di medicina nella prestigiosa Humanitas, sede nei dintorni milanesi, dovrebbe riprendere Giovedì il corso di studi, sistema ferroviario italiano permettendo.

 

Luciano Scateni