SCATENI. Chi è senza peccato...


Articolo pubblicato il: 17/05/2019 17:53:08

Lanciato il boomerang della moralizzazione, prima del voto di un anno fa, i grillini hanno finto di non sapere che l’attrezzo torna al mittente e se non stai attento ti ferisce. Giggino Di Maio: “Mai più viaggi su aerei di Stato. Io non ne ho preso nessuno. Solo di linea con Alitalia”. Impegnato nell’attacco a Salvini, il vicepremier nasconde di aver trasgredito alla promessa. Gli rinfresca la memoria Michele Anzaldi, Pd: “Le chiacchiere di Di Maio e Salvini si infrangono contro i numeri ufficiali. Non avevano detto che non avrebbero mai viaggiato sugli aerei di Stato? Quante volte li abbiamo sentiti pontificare in maniera propagandistica contro il governo Renzi, anche con la campagna diffamatoria sull"Airbus di Stato? Erano solo chiacchiere. In Italia, come nel resto del mondo, i ministri continuano a viaggiare con la flotta di Stato". In dieci mesi i ministri del governo gialloverde hanno viaggiato 116 volte su arei di Polizia e Vigili del Fuoco. Il dettaglio: Trenta 66 volte, Salvini 22, Tria 10, Moavero 9, Bonafede 4, Stefani 3, Costa 2. Mancano i voli di Conte, fuori “gara”. Barano i Dioscuri, sapendo di barare. L’uno perché finto smemorato, l’altro con trucchi da furbetto che non cambiamo di una virgola la gravità dell’abuso di voli con aerei ed elicotteri di Stato. Cosa s’inventa Salvini? Abbina impegni istituzionali a incombenze elettorali e nel frenetico andare su e giù per l’Italia, mette insieme i primi che lo impegnano per un’oretta con gli altri a cui dedica intere giornate con rapidi spostamenti.

Salvini rischia di dover riconoscere i diritti d’autore a Berlusconi al quale ha scippato una storica dichiarazione “Nei miei confronti e del movimento che ho l’onore di rappresentare è in corso un attacco che non ha uguali negli ultimi vent’anni”. Lo dice mentre a Legnano, luogo simbolo della Lega, il comune è commissariato, il sindaco e un’assessora leghisti sono stati arrestati per reati di corruzione, ed è finito in carcere il vice sindaco di Forza Italia. Il ministro dell’’Interno la mette sullo scherzo, ma è un indossare la maschera dell’autoironia per nascondere nervosismo e rabbia che montano con il susseguirsi di contestazioni ovunque si presenti per fare propaganda elettorale. Alla citazione degli striscioni esposti ieri, giorno di permanenza del ministro a Napoli, mancava qualcuno all’appello e perché far torto agli autori? Ecco i messaggi omessi di “benvenuto”: “Questa Lega è una vergogna, lo diceva anche mio fratello Pino (Daniele, ndr)”, esposto dal balcone del fratello Salvatore. “Leghista terrone, scuorno del meridione. Salvini via da Napoli”.

Non dorme sonni tranquilli neppure l’altro vicepremier. Mentre il governo litiga da mane a sera, l’Europa ci processa ed è sul punto di stangarci, per non finire nel baratro di conti in rosso. Insomma è in piedi un caso Italia e i nostri partner della Comunità non hanno più intenzione di pagare il nostro debito che sale e salirà anche di più se dovese passare la linea suicida di Salvini secondo cui “Sforare al 3%? si può, anzi si deve”. Appena pronunciata, questa incosciente follia ha fatto balzare lo spread oltre 290 punti, con un costo per le casse del Paese di un mucchio di miliardi. L’Europa che conta accusa il governo gialloverde di gonfiare volutamente il debito e la Commissione Ue aprirebbe una procedura per far fuori definitivamente Salvini e Di Maio, per limitare la sovranità economica dell’Italia, anche dopo la loro defenestrazione. L’antieuropeismo della Lega preoccupa i vertici della Comunità e non meno l’ostilità, agevolata da Lega e 5Stelle, di giganti come la Russia e la Cina nei confronti di un’ Europa forte e stabile. Per il Sole 24Ore è allarme sul caso Italia.

E’ azzardato accostare le ignobili leggi raziali del fascismo ad alcuni punti del decreto sicurezza, per di più se il confronto nasce dalle riflessioni di studenti? In parallelo: è lecito che casa Pound e Forza Nuova, in nome della libertà di pensiero, commettano impunemente reati di apologia del fascismo e che sia impedito a studenti di riflettere sul pericolo di un decreto per certi versi altrettanto pericoloso? Succede che a Palermo, l’insegnate di una classe che ha criticato il decreto del governo gialloverde è stata sospesa per 15 giorni dall’Ufficio scolastico provinciale e che sul “caso” è intervenuta la Digos, che non ha mai impedito ai neofascisti di inneggiare a Mussolini e farneticare con elogi espliciti al Ventennio.