Articolo pubblicato il: 21/05/2017 09:14:00
Il the end è azzurro, azzurro come il cielo di Napoli, azzurro come un mare generoso dove Sarri e i suoi gioielli hanno cercato e trovato una pesca copiosa. Il the end è l’abbraccio caloroso, entusiastico, convinto, dei cinquantamila e passa fedelissimi della squadra che ha regalato al calcio il fantastico di questo sport, riconosciuto da critici e avversari.. La colonna sonora del the end al San Paolo, ha vissuto minuti di emotività a mille decibel con gli applausi degli spalti e la risposta dei giocatori che non essendo in un campo di nudisti hanno conservato solo parte dell’abbigliamento e lanciato il resto ai tifosi. Il the end in casa si porta dietro numeri da incorniciare: 83 punti, l’ultima da giocare a Genova con la Samp, contro gli 82 della stagione 2015/2016, la cifra stratosferica di 90 gol all’attivo, i 27 gol dell’immenso Mertens, il diciassettesimo di Insigne. Sul possesso palla, abituale appannaggio del Napoli, il guru della panchina napoletana ha entrato il pronostico. La Fiorentina glielo ha strappato, disposta con la difesa altissima programmata da Paulo Sousa, ma senza effetti particolarmente negativi per gli azzurri. Sul dato ha influito anche la serata non eccelsa di Jorginho e il forfeit di Allan, compensati dal portentoso potenziale offensi dello spettacolare trio di tenori del gol, un vero incubo per i gigliati. Di più, la perla dei viola, Bernardeschi ha obbedito al sacrificio di contenere le percussioni napoletane sulla sinistra e in avanti, con l’eccezione del prezioso Ljalic, poco o niente, il temuto Kalinic incluso. È la conferma che Sarri ha lavorato bene sulla tenuta del reparto Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam. Innesta la quinta la macchina da gol degli azzurri. Koulibaly mette in rete con un tapin sulla respinta di Tatarusanu (colpo di testa di Hamisk su angolo). All’ottavo già uno a zero. Dieci minuti dopo Mertens va in percussione nell’area dei viola. E’ solo a tu per tu con il portiere e invece di superarlo con u tiro angolato o un lob, si defila e da posizione molo angolata spedisce sull’esterno della rete. Al 26° una sua conclusione destinata all’incrocio dei pali scheggia il palo e una delle solite magie di Insigne, manca di un niente la rete. Gol solo rimandato e di poco. Dopo dieci minuti il tenace Zielinski contende con successo un pallone a centro campo, lo difende con determianzione e lancia alla perfezione per Insigne. Il tiro, con traiettoria perfetta finmisce alle spalle di Tatarisanu. Due a zero. Kalinic, chi l’ha visto? Alla ripresa, Sousa prova a potenziare il reparto. Dentro Tello e Babacar. II Napoli si concede spazi di risparmio energie, Sarri si richiama alla dignità di regima del campionato. Minuto 19, su calcio d’angolo la difesa viola va in confusione e l’agilità, la vocazione al gol di Mertens ne profittano. Tocco vincente, 3 a zero, gol numero 26 del belga. Un attimo di distrazione difensiva degli azzurri merita la giusta punizione. Ljalic, liberissimo, riceve un cross fuori area e con un tiro ben calibrato segna l’uno a tre. Ripristinare le giuste distanze spetta al solito Mertens. Su ribattuta della difesa viola (il tiro è di Insigne) firma il quarto gol, il ventisettesimo personale, il novantesimo della squadra. Purtroppo in classifica rimane il punto in meno della Roma, che passa con un sonante 5 a 3 a Verona (città antimeridionalista) e nell’ultima giornata ospiterà il Genoa. Con l’altra squadra ligure, la Samp, l’ultima di campionato del Napoli, comunque interprete di una stagione sontuosa.
Luciano Scateni