SCATENI. Champions good bye, Napoli in depressione, uno a due dal Feyenoord


Articolo pubblicato il: 07/12/2017 10:17:28

Il ragionare in concreto è semplice, senza ombre né spigolature da offrire ai tasti del computer che s‘appresta a ricevere lo scarno racconto di un’umiliante trasferta del Napoli in terra olandese, nella gelida e ventosa Rotterdam, nel sontuoso stadio De Kuip, dove l’ultima della classe nel girone per gli azzurri infernale della Champions, ha quasi maramaldeggiato su undici remissivi e atoni esponenti di quella che l’Europa aveva insignito del titolo di miss del calcio in circolazione. Da non credere la remissività degli azzurri e non somigliasse a una maligna insinuazione solleciterebbe il cronista a ipotizzare una rinuncia strategica per dimezzare le fatiche di campionato e coppa.

I baldi giovanotti del Feyenoord sono un manipolo di volenterosi lavoratori del pallone giunti all’appuntamento agonistico con l’eccellenza dei signori del calcio con uno zero tondo, tondo nella classifica del girone. Più che lecita l’euforia dei suoi sostenitori, al minuto novantadue, allorché Saint Juste ha messo il punto al risultato con un gol di rapina trovato con la complicità dei centrali della difesa napoletana colpevoli per la seconda volta di approssimazione nel contrasto sule palle vaganti in area. Il gol del due a uno per gli olandesi, e in generale la sconfitta del Napoli, senza attenuanti generiche, sono avvenuti in un contesto di colpevolezza collettiva. Dopo venti secondi dal via la fortuna bacia su tutte e due le guance l’azzurro di Partenope. Diawara, deputato a calciare le punizioni a favore, inventa una parabola malefica che crea lo scompiglio nell’area “nemica”. E’ lesto ad approfittarne Zielinski, uno a zero. Altri avrebbero messo a frutto lo choc del Feyenoord e moltiplicato grinta ed energie per infierire con un secondo gol. Non il Napoli, messo in campo per non prenderle (che altro, se no, la scelta di coprire con Zielinski il “buco” a sinistra, ovvero la corsia vincente dove agisce Insigne, out per una noiosa pubalgia? E che altro la rinuncia a Mario Rui con l’anomalo esodo da destra a sinistra di Hysaj che piede mancino non ha? Di quale male oscuro soffre l’ex terzino della Roma, naturale sostituto di Gholulam, che non regge più di mezz’ora in campo?? Nella sua giornata più funesta, il Napoli ha smarrito una ad una le qualità che l’hanno portata in vetta al campionato. Gli estremi di questo salto nel precipizio: decine di passaggi troppo corti, toppo lunghi, sbilenchi; incredibile vittoria ai punti degli olandesi nella disputa per il possesso palla, Un cincischiare senza costrutto a centrocampo, neppure un pallone decente per Mertens, zero pericoli per il portierone olandese.

E’ prassi di fine partita dare i voti ai migliori in campo: capovolgendo il senso della valutazione, del Napoli si dovrebbe incoronare il meno peggio, cioè nessuno. Il Feyenoord capisce che può far lieto il suo pubblico, quando il tam-tam radiotelevisivo informa che lo Shaktar ha la meglio sul Manchester City, regina del girone. Il Napoli ne risente. Diventa ancora più lento, prevedibile. Il suo gioco si spegne quasi del tutto all’annuncio del secondo gol subìto dagli inglesi. Non par vero ad Amrabat e compagni. Traducono in grinta, aggressività e baldanza giovanile la voglia matta di allontanare lo zero in classifica. Il progetto riesce al minuto 33. Il Napoli soffre vistosamente le incursioni sulle corsie laterali degli olandesi e puntuale arriva il gol. Cross da destra, Albiol si fa scavalcare dal pallone, alle sue spalle vola alto Jurgensen, perfetto il colpo di testa. Per Reina impossibile rimediare. Uno a uno e senza bisogno delle profezione della zingara incalzano i brutti presagi. Se il Napoli era poco convinto in partenza di potersi inoltrare nel territorio prestigioso della Champions, lo svolgersi degli eventi scoraggia Hamsik e compagni. Indotti a risparmiare fiato e gambe in vista di Napoli-Fiorentina, gli azzurri hanno adottato il passo lento e impacciato degli sconfitti e sono riusciti nell’impresa di tornare a Napoli gravati del peso di una brutta partita da archiviare in fretta.

La Juventus catenacciara di Allegri non diverte ma vince, l’Inter di Spalletti ha innestato la quinta, la Lazio di Inzaghi incalza.

Deludente l’uno a uno? Nessun dubbio ma il peggio appartiene ai minuti di recupero. La rassegnazione per la fine del percorso champions si confronta con l’entusiasmo degli olandesi, gasati da un pubblico caldissimo, in antitesi con il freddo del nord. A ridosso del due a uno, il Napoli sgattaiola via dal campo e si mimetizza nei nugoli di fumo da fuochi accesi dai vincitori sugli spalti. Brutto mercoledì per Sarri.

 

Luciano Scateni