Lezione assimilata: il Napoli degli ultimi tempi si era caratterizzato per un primo tempo pimpante e un secondo al risparmio. Con il Verona il contrario. Quarantacinque minuti illuminati, qualche svarione offensivo che ha impedito di mettere al riparo il risultato, pregevole organizzazione di gioco, ma sterile del Verona, per altro senza colpo ferire. Cioè neppure un tiro nella porta di Reina. Gli azzurri sfiorano più volte il vantaggio senza lampi di incisività irresistibile e l’occasionissima è di Mertens che da tre metri dalla porta di Nicolas spedisce di testa sul palo.
Il problema degli azzurri, in particolare di Sarri è la soluzione che restituisca al belga, centravanti inventato, il piacere del gol. La fama conquistata nel precedente campionato ha allertato gli allenatori avversari che lo stringono in una morsa asfissiante. Mancano i suoi gol e fino alla sfida con i Verona mancavano anche quelli preziosi di Callejon. Lo spagnolo, in agguato sulla fascia destra ha beffato più volte le difese avversarie appostandosi al di là di terzini e centrali per colpire a pochi passi il portiere “nemico”, ma lo hanno capito tutti e la vita per lui è diventata difficile.
Altro passo dei veronesi alla ripresa: stanchezza fisica e mentale hanno diminuito le loro difese immunitarie, il Napoli ha interpretato lo spartito con nuova lena. Andante con brio. Per tutto il secondo tempo si è giocato come se lo stadio si fosse trasformato per incanto in un campetto di oratorio, a una porta, quella di Nicolas. Pecchia non ha trovato il bandolo della matassa, costretto a incitare gli undici in maglia gialla solo per non prenderle. In suoi hanno obbedito e non sono più usciti dalla propria metà campo. Al minuto 14 secondo palo, lo colpisce a “botta sicura” Insigne.Tre minuti dopo un gol annullato per fuori gioco ultra millimetrico di Callejon. La valanga azzurra dell’assalto al forte non ha sfondato che al 21°, per merito di superman Kolulibaly, che se i tifosi napoletani non vigilano potrebbe emigrare da Napoli, corteggiato com’è da tre quarti dell’Europa calcistica. Su un cross calibratissimo, il gigante senegalese è volato in alto più di ogni difensore veronese. Colpo di testa impeccabile, 1 a 0 Napoli. Pecchia dà in escandescenze, contesta un presunto (inesistente) fallo del senegalese e si fa espellere.
Lo spagnolo del Napoli si rifà al 33°. L’unica distrazione difensiva di marcatura consente ad Insigne, a testa alta, di calibrare un cross perfetto da sinistra. Botta al volo di Callejon, due a zero.
Di qui in poi il Napoli ha cercato con la calma dei forti di impedire la resurrezione degli uomini di Pecchia e tutto è filato liscio, fino al definitivo responso del novantesimo. Nel valzer delle sostituzioni, Pazzini per Kean nel Verona, Felicoli per Verde, Calvano per Bessa. Nel Napoli meritato riposo per Hamsik e in campo Zielinski, Rog per Insigne, Maximovic per Albiol.
L’etere ha portato in volo la notizia del 2 a 1 che regala al Benevento una vittoria moralmente importantissima. Applausi del San Paolo. Il Napoli, sempre primo in classifica, sale a quota 51 e si gode l’immensa qualità tecnica e fisica di mister Koulibaly.
Luciano Scateni
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