Chi lo ricorda più? Cofondatore del più importante aeroporto del Sud, lo scalo di Capodichino, è stato Cesare Bartoletti, comandante di squadriglia di caccia militari. Per lui sarebbe un bel vedere l’evoluzione che negli ultimi anni ha trasformato decenni di mediocrità in un sontuoso biglietto da visita per napoletani e turisti di tutto il mondo. Oggi Capodichino si propone con livelli d’eccellenza per comfort ed efficienza. In ordine alla progressiva modernità dell’impianto la notizia che dall’undici Gennaio sarà attivo, primo in Italia, un hotel “a capsule” per quanti sono costretti a snervanti attese dai tempi lunghi delle coincidenze o per ritardi delle partenze. Il marchio di fabbrica dell’idea è il made in Japan. A Osaka il primo capsule hotel, definito “locul hotel”: stanze di due metri, dimensione di un loculo. Il Bed and Bording di Capodichino adotta la formula del “fast & cheap” che in poche parole si traduce in piccole stanze, ma di quattro metri quadrati, dove dormire o semplicemente rilassarsi, disponibili per tutte le 24 ore di tutti i giorni della settimana. Pronte quaranta “cabine”, due per disabili. La soluzione agevolerà anche i passeggeri di voli previsti nelle prime ore del giorno che potranno pernottare in aeroporto ed evitare alzatacce. Il costo? Per nove ore 25 euro, 8 euro per un’ora e 7 dalla seconda in poi. La sede è nel palazzo Pegaso, accanto al parcheggio P2, che propone costi convenzionati. Capodichino è gestito dalla Gesac, società negli anni scorsi controllata dalla British Airports Authority che ha in carico gli aeroporti di Londra, Nel 2010 è ridiventato italiano, acquisito dai Fondi italiani per le infrastrutture. Un anno fa la vendita a una cordata di cui è parte il Credit Agricole Assurances. Testimone dell’importanza crescente dell’aeroporto napoletano la scelta della compagnia Ryanair di smistare a Napoli 17 voli low cost per l’Italia e l’Europa. A partire da Marzo del 2017 eviteranno di raggiungere Fiumicino e Ciampino. Le offerte Ryanair sono strepitose, a partire da 19, 99 euro.
Scacco matto
“Matto” in tre mosse. La volpe del Cremlino, al secolo il tovarich Putin, batte mister Obama sulla scacchiera internazionale della guerra fredda e costringe il suo re alla resa temporanea. Di getto risponde all’espulsione dei suoi diplomatici, accusati di complicità nell’hackeraggio dei voti per le presidenziali Usa, con l’annuncio del foglio di via di pari grado residenti i Russia, poi innesta la retromarcia, disdetta la prima decisione e invita i figli dei diplomatici americani al Cremlino per gli auguri di fine anno. Riserva la terza mossa per la data a lui favorevole dell’insediamento dell’amico Trump nella Casa Bianca, convinto che il tycoon smentisca Obama. Allora due flash sul caso: se Obama ha le prove dell’intrusione russa nella competizione elettorale per la presidenza le pubblicizzi al più presto e se è vero che parte dei repubblicani del Congresso sono ostili all’amicizia del neo presidente con il leader russo lo concretizzino con pari tempestività.