A pensarci bene la stragrande maggioranza degli italiani non legge libri, né quotidiani, né periodici e con molta probabilità si dota di computer, tablet e smart phone solo per ingannare l’inutile correre delle ore smanettando su giochi alienanti come i solitari e le gare virtuali di Gp, di Formula 1, estasiati per le performance gastronomiche che invadono le tv da mane a sera. Come spiegare altrimenti l’Italia guidata da incolti, impreparati, inesperti, superficiali, imbroglioni? Come si può restare inerti o addirittura lasciarsi infinocchiare da cialtroni che spingono la già debole economia del Paese sull’orlo del baratro, del fallimento, della rapina dei risparmi, di un deficit sempre più autolesionista? Come continuare a riporre fiducia in pseudo ministri come il balneare Toninelli, il bizzoco ministro della Famiglia, l’omofobo Fontana, quello dell’idiozia che “le coppie sono solo quelle uomo, donna, le altrenon esistono”, quello che in questi giorni, da becero razzista qual è, dichiara che i migranti diluiscono la cultura occidentale e si becca gli sberleffi di sociologi e antropologi, assertori dell’importanza di integrarsi di molteplici etnie. Lodi si mobilita contro la discriminazione razzista del Comune, sindaca e assessora leghiste in testa, che hanno “ordinato” ai migranti di pagare il doppio dei costi per la mensa scolastica e il traporto con gli scuola bus se non presenteranno un certificato dei rispettivi consolati che attesti la loro povertà. Nel frattempo sono discriminati, da razzisti di razza, i bambini degli extraeuropei, confinati per mangiare il panino portato da casa in un locale diverso dalla mensa. La Lodi democratica si mobilita per trovare le risorse che consentano di ricongiungere i figli degli emigranti ai bambini italiani. L’onestà dei grullini ha le gambe corte, come le bugie declamate in campagna elettorale. Il loro “onestà, onestà” è durato quanto la vigilia elettorale. Sindaci pentastellati sono poi finiti nelle indagini giudiziarie e la sbandierata battaglia al nepotismo, ha visto i 5Stelle procedere con il passo del gambero, a ritroso. Si è stemperata per ripresentarsi in casa 5Stelle. Illazioni? Complotto anti pentastellati? Macché. Di seguito qualche esempio dell’assalto alle poltrone e il verginello della politica, l’Incompiuto Di Maio, ha fatto man bassa. Ha trasferito elettori suoi e del Movimento in tre staff di Palazzo Chigi e dintorni, un bel gruppo di amici e simpatizzanti del napoletano. Vice capo del Mise è tale Enrico Esposito, autore di messaggi sessisti e omofobi via internet. Dario De Falco, amico di liceo del vice premier è capo della sua segreteria a palazzo Chigi. Al ministero del lavoro svolge lo stesso ruolo tale Assia Montanino, candidata nel 2015 dei 5Stelle al comune di Pomigliano, stazione di partenza dell’Incompiuto. Capo segreteria del Mise è Salvatore Barca, compagno della Montanino. Premiati anche trombati 5Stelle alle elezioni: Sorial, come vice capo gabinetto al ministero per lo sviluppo (dicastero di De Maio). Consulente del ministero guidato dall’impettito pomiglianese è tale Vanin, candidato non eletto dei grullini alle regionali del Friuli. Alla corte di Crimi hanno accolto Marton, altro non eletto, E che dire dell’ex iena Giarrusso, rimosso per decenza dall’incarico di controllore dei concorsi pubblici e ora nello staff del sottosegretario all’istruzione. L’elenco dei baciati dalla fortuna di essere pentastellati è ben più consistente. Per pietà non allunghiamo di molto l’elenco di amici degli amici Di Maio sistemati con incarichi di cui dispone come gli pare: Rosa Vitanza, compagna di Malfi, parente del vice premier, è inserita nel consiglio di amministrazione delle Ville Vesuviane, Tacchini, il cui merito è di aver fatto il notaio dell’Isola dei Famosi lo ha cooptato il ministro Bonisoli. Nadasi commercialista di Grillo, è stato indicato per i vertici della finanziaria ligure. In Sicilia i due noti grullini, sotto processo per le firme false nelle schede elettorali, sono stati promossi a collaboratori del presidente Cancelleri, uno dei maggiori fan di Di Maio. Il grido “onestà” non è più copyright dei Cinquestelle. E’ finito all’inferno dove Dante, rinato, racconterà nella sua seconda vita il girone delle bufale grulline.
Luciano Scateni
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