Articolo pubblicato il: 10/06/2017 16:49:02
Un mitomane? Strano, i boss mafiosi a modo loro sono uomini d’onore e hanno poca fantasia. Dal che si potrebbe dedurre che le conversazioni del “padrino” Graviano, intercettate, possano avere il crisma dell’attendibilità. Un’analisi giudiziaria induce a credere che Berlusconi, intenzionato a coniugare gli interessi di imprenditore con i poteri del politico con l’obiettivo di tutelarli, abbia contrattato con Graviano uno scambio di “favori”. Attentati e stragi “un gesto forte”, questa l’insinuazione del boss mafioso e considerata dagli investigatori, in grado di sovvertire l’ordine del Paese. Poi l’alt alle bombe, barattato con condizioni migliori per i mafiosi (via il 41 bis e, lo sostiene Graviano con orgoglio di macho, la possibilità di concepire il figlio con la moglie in carcere, dove avrebbero dormito insieme). Il boss, nelle conversazioni durante le ore d’aria nel penitenziario di Ascoli Piceno, rivolge pesanti accuse a Berlusconi, che sostenuto nell’ambizione di entrare in politica (“avevamo il Paese nelle nostre mani”) lo avrebbe poi tradito, abbandonato. Esplicito l’addebito: “Ti ho portato benessere, poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per soldi” E alla moglie dell’ex cavaliere, vista in TV: “Digli a tuo marito che si fa l’esame di coscienza”. La replica dei legali del leader di Forza Italia non tarda. Per Ghedini sono parole destituite di fondamento. L’interessato ricorre di nuovo alla tesi del complotto, ordito a due giorni dalle elezioni amministrative in molti comuni. “Spazzatura, non a caso ora che sono diventato di nuovo un protagonista della vita politica italiana”. Autostima demenziale da quarta età? E’ probabile a giudicare dall’unico attestato di solidarietà ricevuto nella circostanza. E’ di Maurizio Gasparri, che giudica le esternazioni di Graviano farneticazioni. C’è da dire che l’accusatore di Berlusconi sembra ossessionato dal presunto tradimento subito e che in parallelo con Riina potrebbe aver detto quanto voleva che fosse di dominio pubblico, ma è anche vero che Berlusconi, per quanto finora assolto, è stato oggetto di costante attenzione della magistratura in tema di stragi e attentati. Hanno indagato su di lui Caselli e la procura di Caltanissetta nel ’94, per associazione mafiosa e gli omicidi di Falcone e Borsellino, la procura di Firenze per la strage dei Georgofili. Coinvolgono l’ex cavaliere le dichiarazioni del pentito Gasparre Spatuzza. Di volta in volta, l’esponente di Forza Italia è coperto per prudenza dall’anonimato della lettera M e con la dizione “Autore 1”. Naturalmente una cosa sono i sospetti, pur se ripetuti e di diversa matrice, una cosa è dimostrare che rispondano a verità. Sullo sfondo la potenza degli studi legali che assistono Berlusconi.
Luciano Scateni