Terzo e ultimo test di Mancino per capire come trasformare una nazionale di non eccelse qualità in un team competitivo a livello mondiale. L’Olanda è certamente uno sparring partner attendibile. Con orgoglio napoletano Lorenzo Insigne scende in campo con al braccio la fascia di capitano. E’ il primo della sua città, da sempre. In campo due escluse dai mondiali di Russia e l’Olanda, apprezzata la fisicità degli uomini a disposizione di Koeman, ha problemi di natura diversa da risolvere rispetto all’Italia sperimentale di Mancini, che ha stravinto nel possesso palla e ha sprecato quattro grandi opportunità di chiudere il primo tempo in vantaggio. Due assist perfetti di Insigne sono stati sprecati da Belotti e Verdi, brillante ma impreciso. Un lancio di quaranta metri di Jorginho ha poi trovato Verdi solo oltre i difensori arancione e altra pallonata molto alta sulla traversa. Infine gran caos in area dell’Olanda su cross italiano dalla destra. Il pallone oltrepassa attaccanti azzurri e difensori olandesi, ma non l’ultimo, che appostato sulla linea di porta respinge di testa. E l’Olanda delle meraviglie che un tempo incantava il mondo? E’ rimasta la sua brutta copia. Neppure un tiro in porta, difesa, centro campo timido e attacco evanescente. Tutto qui. All’Allianz Stadium di Torino per un tempo la migliore Italia firmata da Mancini, ma ancora una montagna da scalare rima di tornare tra le grandi. Sorpresa. Al via della ripresa la luce degli azzurri subisce un calo di energia e l’Olanda se ne avvantaggia, vince la sfida del possesso palla, si affaccia con qualche pericolosità e poiché il calcio è imprevedibile, quando ti aspetti che gli arancione ottimizzino, arriva il gol dell’Italia. Lo segna Zaza con una deviazione in corsa su cross, ma il merito è specialmente di Chiesa, entrato qualche minuto prima, che sfrutta un lancio sulla sinistra e a velocità supersonica si fionda sulla sinistra. Cross raso terra, una vera rasoiata, sfruttata al meglio. Olanda e Italia sono al posto 19 e 20 del ranking mondiale e Mancini aveva sperato nel sorpasso, ma senza fare i conti con l’intemperanza di Criscito, che per fermare un’incursione pericolosa commette un fallo da espulsione. Italia in dieci. IL pareggio arriva al minuto 88. Un bel cross supera inopinatamente tutta la linea difensiva italiana e finisce sulla testa di Aké. Uno a uno. La triplice avventura delle amichevoli si conclude così: vittoria sull’inconsistente Arabia, sconfitta pesante con la Francia, pari con l’Olanda. Chi si contenta gode.
Luciano Scateni
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