La smargiassata della nueva pax potrebbe ispirare un nuovo graffito, con Trump e Kim Jong-un avvinti come l’edera in un bacio gay, replica del kiss-kiss Salvini-Di Maio immortalato da un artista di strada, sintesi di straordinaria creatività ed efficacia, più di editoriali e sagaci commenti dei media.
A pensarci bene, il “volemose bene” del tycoon e del dittatore di Pyongyang sorprende solo osservatori sprovveduti. Gli Stanlio e Ollio, interpreti di sceneggiate pseudo belliche (“Polverizzo l’America” e in risposta “Ti spazzo via con un paio di bombe atomiche”) hanno favorito un pieno di adrenalina al pubblico di ingenui che non hanno occhi a raggi x per capire cosa c’è dietro. In estrema sintesi: Trump, nobile padre della patria, accoglie trionfante tre detenuti nelle carceri nordcoereane, ma contemporaneamente conferma la decisione di presidiare le acque in prossimità della Corea, con batterie di missili pronte al lancio. Tutti contenti: appagato l’orgoglio americano e i fabbricanti di armi che tifano per nuovi focolai di guerra. Trump ripaga così il debito contratto per il sostegno ricevuto in campagna elettorale e una rata spetta anche al potere finanziario degli ebrei americani. Allora il patetico presidente inventa la monelleria dell’Iran, colpevole di non rispettare il divieto di nuclearizzarsi e condivide l’aggressività di Israele, il suo progetto di replicare quanto accadde in Iraq. La fine di Saddam Hussein fu giustificata con la presenza e il ricorso ad armi chimiche degli iracheni e poco importa che gli inviati delle nazioni Unite non ne abbiano trovato traccia. Anche le accuse all’Iran sono infondate. Osservatori neutrali hanno smentito il corrotto Netanyahu, esternate nel corso di una parodia di show televisivo per distogliere l’attenzione sulla strage di palestinesi uccisi dai suoi cecchini e sull’intenzione di partecipare all’allettante affare della ricostruzione di quel che resta della Siria. L’Iran non è venuto meno all’accordo per fermare la corsa al nucleare.
Incomprensibile è la complicità italiana che ha concesso a Israele una vetrina internazionale con la decisione di esportare a Gerusalemme il via del Giro d’Italia.
Chiari gli intendimenti di Trump, che deve sventare ipotesi di impeachment, sottoposto com’è a inchieste giudiziarie su vari fronti, le intenzioni di Kim Jong-un, che dalla pacificazione con Americani e soprattutto con la Corea del Sud trae l’auspicio di assurgere a potenza mondiale, gli obiettivi di Israele, della sua politica espansionistica, non solo in danno della Palestina.
E’ complessivamente anomala l’onda che investe il pianeta, simile a molteplici tsunami. Lo dice il mappamondo, da est a ovest da sud a nord. Si sommano e fanno buio il futuro dell’umanità, l’imperialismo di Putin, il nazionalismo autoreferenziale di Trump, l’espansionismo aggressivo della Cina, l’agonia del comunismo di Cuba, i venti di destra che spirano su tre quarti dell’Europa, la potenza emergente dell’India, della Corea in via di unificazione.
Nel nostro “piccolo”, l’emersione di qualunquisti e populisti, pericolosi incompetenti, i rigurgiti neofascisti tollerati e strumentalmente ignorati da chi si accinge a governare il Paese, nubi sul suo futuro politico, economico e sociale.
Pessimismo, catastrofismo? E’ gradito ricevere smentite.
Luciano Scateni
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