Articolo pubblicato il: 06/04/2017 10:11:07
La grande Juve si fa piccola, piccola e risponde all’assalto del Napoli con una disposizione tattica dell’uno, cinque, quattro, iper difensivo. Allegri è preda della paura, fuori dell’area a lui consentita si sbraccia, urla come un ossesso, si danna. Se potesse metterebbe in campo undici guastatori e comunque tutta la boria di prima della classe svanisce sotto la pressione degli azzurri. La certezza, o quasi, è che con altri dieci minuti oltre il novantesimo, l’impresa degli azzurri si sarebbe conclusa con la parità tra gol fatti e subiti, tempi supplementari e un chiaro pronostico dalla partedl Napoli per l’esito finale. Non è andata così, ma il tre a due che ridimensiona la fama dei bianconeri inorgoglisce Sarri e i suoi magnifici interpreti di un risultato che Reina ha compromesso, trafitto da un tiro lento, saltellante e a velocità ridotta di Higuain, libero di calciare da venticinque metri senza l’opposizione di Chiriches (per tutta la partita a disagio). Uno a zero per i bianconeri, 4 a 1 il totale del loro vantaggio per la conquista della finale di Coppa Italia. Il terribile flop avrebbe depresso chiunque, non gli uomini di Sarri che con pazienza hanno ammortizzato con foga crescente la fase di palleggio perditempo ordinata da Allegri. Il 45° si è chiuso con l’uno a zero firmato da Higuain e un atteggiamento ancora accettabile del tecnico bianconero, che evidentemente si è riservato di impartire disposizioni catenacciare nella seconda frazione di gioco. Al via della ripresa Neto, che nella prima frazione di gioco aveva con fortuna e bravura impedito il gol a Callejon su assist di Insigne, vola a toglie dal sette della porta un perfetto colpo di testa di Milik. Ma il pari è a un niente da questo episodio e lo firma Hamsik. Al centro dell’area di rigore si impossessa di un pallone vagante, ribattuto malamente dalla difesa juventina e con un tocco magico trova lo spiraglio per metter in rete. Uno a uno e la dinamica degli azzurri riceve l’incentivo per tentare l’impresa. Per un niente Ghoulam non riesce a deviare in porta un cross invitante di Hamsik e purtroppo succede l’irreparabile, almeno questa è la sensazione dei meravigliosi cinquantamila del San Paolo. Quadrado, senza marcatori a impedire un retropassaggio perfetto, trova il piede buono di Higuain, di nuovo senza oppositori. Tiro a colpo sicuro, due a uno Juve. Chiriches, dov’era? Nessuna meraviglia se a quel punto la doccia fredda avesse spento la grinta del Napoli. Invece, neanche a pensarci. Più Allegri ordina le barricate a difesa del risultato più si fa pressante la ricerca del gol del Napoli e la carica a spada sguainata diventa in breve un assalto al forte. Bisogna inventare qualcosa e uno sguardo alla panchina suggerisce a Sarri di usare fantasia e dinamismo di Mertens. Al sedicesimo Neto fa dimenticare i miracoli compiuti e cincischia con il pallone tra i piedi in fase di rilancio. A Mertens non sembra vero. Come un rapace affamato si avventa sul pallone e diventa uno scherzo spedirlo in rete. Il 2 a 2 è come una sferzata di adrenalina. Moltiplica energie e determinazione degli azzurri e spaventa la Juve, tutta dietro la linea di centro campo, a difendere in affanno. L’atteggiamento merita di essere punito e il giustiziere è Insigne. Doppio scambio con Callejon, pallone alle spalle di Neto, tre a due per il Napoli. Sarri concede il riposo in panchina all’inesauribile Hamsik e aumenta il potenziale offensivo con Pavoletti. Allegri, sempre più in panico risponde con Barzagli per Dybalae Lemina per Sturaro. Allan entra per Zielinski, meno protagonista del solito, poi Neto riscatta il flop che ha consentito a Mertens di segnare u gol di rapina. In margine al grande Napoli anti Juve, la prestazione magistrale di Diawara Quando manca poco al novantesimo Pavoletti colpisce con un perfetto stacco un cross di Hysaj. Vola Neto e manda in angolo. E’ della Juve la finale di Coppa contro la Lazio e pazienza, il punteggio dell’andata, immeritato, ha fatto, ma per poco, la differenza. Il match di ritorno dice che questo Napoli è quasi pronto per mettere di nuovo lo scudetto sulle maglie azzurre.
Luciano Scateni