Spulciando nel gran libro del profetico Nostradamus si può scommettere sulla certezza di trovare alla data del 22 aprile 2020 la previsione sull’esito di Juventus-Napoli. Ma non guastiamo il pathos dell’attesa. Questa sera, poco prime delle 23, il pianeta conoscerà l’esito della tenzone che oppone Napoli a Torino. Da non credere: perfino la redazione sportiva del quotidiano la Repubblica, sportivamente razzista, nel senso che d’abitudine dedica al Napoli poche e sciatte righe, oggi titola a tutta pagina e integra con note a margine l’incontro del secolo tra prima e seconda in classifica.
Di qui partiamo per ragionare sulla follia collettiva che toglie fame e sonno a milioni di anime in pena, di fede azzurra e bianconera. Con tutto (o quasi) il rispetto per il metalmeccanico torinese che tifa per il transfuga Higuain e il fedele nei secoli che vive di azzurro, consentite, il calcio, come l’ha definito un vero saggio, è l’oppio dei popoli, un tiro su dl naso di cocaina, una compressa di anfetamine, un cardio eccitante, il viagra che implementa la libido per competizioni che identificano undici e più artisti della pedata di ogni latitudine del mondo, con la propria città. Nella Juve otto su undici, nel Napoli dieci su undici. Che c’entrano Torino e Napoli con queste accozzaglie multi etniche?
Ma sorvoliamo. La sfida delle sfide, per gli italiani e non solo quelli del capoluogo piemontese o di Partenope, si presenta patologicamente come forte e prolungata fibrillazione da mesi e nell’ultima settimana pre scontro ha sfiorat il rischio infarto delle due tifoserie.
Fin qui il fanatismo di chi si a abbona a Sky o aMediaset e organizza gruppi d’ascolto casalinghi (con pizza e birra da asporto) o in alberghi, ristoranti, trattorie, circoli dopolavoristici attrezzati con monitor 50 pollici e audio rompitimpani.
Alle 20 e 46 di questa fatidica serata calcistica, se un figlio o una figlia sono in fase di scuola guida, lasciate che si immettano in auto nelle strade abitualmente sature di traffico. Impareranno con piena comodità, in percorsi deserti. A quell’ora uomini, donne, bambini e anziani, amanti della lirica e di Shakespeare, incantati da Alberto Angela o da “Totò le moko”, riesumato per la ventesima volta, saranno tutti su comodi divani e poltrone, sgabelli, strapuntini, davanti a maxischermi da 50 pollici con piazza e birra da asporto.
L’umana ma provvisoria consolazione di rifugiarsi di pochi umani normali un cine forun che proietta Padri padroni, capolavoro dei fratelli Taviani, potrà mettere in parentesi, purtroppo per poco, l’orgia mediatica di Juve-Napoli, che ripartirà subito dopo le 23 con entusiasmi o rimpianti, voti in pagella, polemiche, tentativi di impeachment dell’arbitro, titoli e notizie fornite a profusione da ogni strumento dei media.
Nell’Italia senza governo da 48 giorni, litigiosa, inconcludente, insulsa, alla grave vacanza di potere sarà riservato il silenziatore. Meglio Sarrri o Allegri, ma Higuain è proprio un traditore? Mertens o Milik? Le solite chiacchiere, che saturano sette giorni su sette il fatuo sapere dell’uomo qualunque, specialmente del fanatico che baratta la necessità di comprare le scarpe la figlio con il rinnovo dell’abbonamento alla curva B e un paio di trasferte della squadra del cuore, per esempio a Torino per Juve-Napoli. Anche questa è l’Italia.
Luciano Scateni
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