SANTA MARIA CAPUA VETERE, AL 'GARIBALDI' ARRIVA BIAGIO IZZO, C'E' L'INCONTRO CON IL PUBBLICO






Articolo pubblicato il: 12/02/2017 11:33:37

Di seguito la nota stampa giunta in redazione:

"Martedì 14 febbraio 2017, ore 21.00
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612

Teatro Cilea Napoli Srl
in collaborazione con Pragma Srl
presentano

Biagio Izzo
in

Bello di papà
di Vincenzo Salemme

con
Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck,
Rosa Miranda, Arduino Speranza, Luana Pantaleo

scene Alessandro Chiti, costumi Francesca Romana Scudiero
disegno luci Gigi Ascione, musiche Antonio Boccia
aiuto Regia Antonio Guerriero

regia Vincenzo Salemme

Supervisione Artistica - spiega la nota - Teatro Cilea Napoli Srl

Prima dello spettacolo, alle ore 19.00, Biagio Izzo e la compagnia sarano ospiti alla Libreria Spartaco (via Martucci 18, Santa Maria Capua Vetere) per l’incontro con il pubblico, condotto dalla giornalista Tiziana Di Monaco.

Bello di papà è una commedia del 2006. Credo che l’idea mi sia venuta quando in tutto il mondo occidentale arrivavano i primi segnali della crisi economica, che ancora oggi fatichiamo a superare.
Dico forse perché, col senno di poi, mi sembra che Antonio Mecca, il dentista protagonista della commedia, possa rappresentare, ovviamente in versione decisamente comica, il travaglio sociale, economico e psicologico - spiega la nota - di una gran parte della cosiddetta generazione dei cinquantenni, che dall’inizio di questo millennio viene messa in discussione ogni volta che la politica si deve occupare delle programmazioni finanziarie.
Antonio Mecca è il classico uomo che ha raggiunto una posizione sociale, ma che allo stesso tempo la sente, questa posizione, vacillare sotto i colpi del cosiddetto “Nuovo che avanza”.
E il “nuovo che avanza” per quella generazione cui facevo riferimento poco più sopra, sono appunto i giovani che vogliono prendere i posti di comando.
Antonio ha paura di ogni novità, è un vero conservatore, conservatore di danaro, ma soprattutto conservatore di affetti. Profondamente sarebbe un buono, ma costantemente ha paura di essere fregato, è forse per- continua la nota -  questo che non si è mai sposato.
E’ forse per questo che adesso sta con una bellissima ragazza ucraina, che gli piace da morire, ma, allo stesso tempo, teme come un ingombrante invasore.
Invasore della casa e soprattutto del conto corrente perché Marina, l’ucraina, vorrebbe costruire una famiglia con Antonio, e vorrebbe, soprattutto, (questa la cosa più terrificante e spaventevole per il nostro dentista) dei figli.
Antonio teme i figli più di ogni altra cosa, perché i bambini sono di un egoismo assoluto e lui, egoista per paura, questo proprio non può accettarlo.
E’ così che nasce l’idea di questa commedia, da questo- continua la nota -  paradosso: un uomo che non vuole avere figli, costretto a ricevere in casa un suo coetaneo che ha bisogno di ritornare ad essere un figlio.
Nel paradosso di questo scontro generazionale tra due uomini della stessa età, forse, si nasconde quello che io credo sia un finto problema. Penso che l’età ci distingua gli uni dagli altri, ma altrettanto fermamente credo che dal punto di vista sociale l’età sia soltanto- conclude la nota - una convenzione.
Credo che dividere i cittadini tra giovani ed anziani sia un vecchio modo di intendere la politica. Penso che esistano, piuttosto, le persone e che ogni persona abbia il diritto e il dovere di salvaguardare il proprio benessere sociale e spirituale".