Relazione finale XXII Settimana Biblica Nazionale di Caserta






Articolo pubblicato il: 05/08/2018 18:41:15

Di seguito parte del testo del comunicato giunto in redazione:

"Si è conclusa la XXII edizione della Settimana Biblica Nazionale a Caserta che ha visto la partecipazione di oltre 200 convegnisti, provenienti non solo dal territorio provinciale, ma da diverse diocesi della Campania e da altre regioni italiane. I lavori hanno avuto come tema l’analisi letteraria e teologica della Lettera di Giacomo,-spiega la nota- della Prima e della Seconda Lettera di Pietro. Si tratta di tre libri neotestamentari della terza generazione cristiana (scritti successivamente al 70 d.C.) che fotografano lo sviluppo del movimento cristiano nella variegata società dell’impero romano del tempo. Con profondità e ricchezza esegetica i due relatori, -spiega la nota-il prof. sac. Santi Grasso (Facoltà del Triveneto – Udine) e il prof. sac. Giuseppe De Virgilio (Pontificia Università della Santa Croce – Roma) hanno posto in evidenza le peculiarità delle tre lettere e la loro attualità ecclesiale.-spiega la nota-La lettera di Giacomo rielabora la grande ricchezza sapienziale dell’insegnamento di Gesù e ne declina le responsabilità sociali e morali. -si legge nella nota-Emerge dall’analisi del testo giacobeo l’intento di sostenere il cammino delle comunità ecclesiali che vivono la prova e sono tentate dallo scoraggiamento.-spiega la nota- Giacomo sottolinea il valore positivo della prova e ricorda ai credenti che ogni trasformazione sociale e spirituale passa attraverso il coraggio della lotta e la forza della testimonianza, così come è avvenuto nella vita di Gesù di Nazaret. -spiega la nota-Fissando lo sguardo sul messaggio di felicità del Vangelo («le beatitudini»), ogni credente è chiamato ad assumersi la propria responsabilità nella storia. Il fondamento cristologico della riflessione di Giacomo è strettamente collegato all’impegno etico: la fede è morta senza la concretezza delle opere di carità. -si legge nella nota-L’autore intende sottolineare la dimensione «incarnata» della comunità cristiana, che deve poter servire l’umanità e mostrare come la «giustizia di Dio» supera ogni logica rivendicativa! Ripartire dalle fragilità costituisce la strada maestra per incarnare il messaggio liberante di Cristo(...)".

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