Articolo pubblicato il: 05/04/2017 18:24:04
Apprendiamo dall'evento Facebook: "The Young Pope / la mostra
Storia in immagini di un set
Foto di Gianni Fiorito, a cura di Maria Savarese
La Regione Campania, con la Scabec e in collaborazione con il Polo museale della Campania, presenta in anteprima a Napoli, The Young Pope / la mostra, trentotto grandi foto che raccontano la prima regia televisiva del Premio Oscar Paolo Sorrentino. Un percorso di immagini tra personaggi, scene, ricostruzioni di quello che è stato il più importante evento televisivo dell'anno, realizzate sul set durante i lunghi mesi in cui Gianni Fiorito, fotografo di scena, ha seguito la lavorazione - si legge da fb - della serie tv, una produzione internazionale (Wildside, Shy, HBO, Canal+) con un vasto pubblico diffuso in 110 paesi.
La mostra, a cura di Maria Savarese, è allestita nel suggestivo spazio dell'Ambulacro di Palazzo Reale che propone nuovamente forme diverse di espressioni artistiche.
Un omaggio che la Campania fa al premiatissimo regista napoletano e a Gianni Fiorito, fotografo e da sempre suo collaboratore.
The Young Pope/ la mostra è il frutto di un incredibile lavoro di fusione di talenti, con un cast internazionale e un cast tecnico di grandissimo livello con il quale il regista napoletano Paolo Sorrentino ha instaurato una grande complicità e sintonia e che Gianni Fiorito ha saputo cogliere nei suoi scatti.
Attraverso la sua sintesi fotografica, Fiorito ripercorre la creazione del Papa sorrentiniano e degli altri personaggi della saga televisiva alternando, nel percorso dell’esposizione, immagini di scena, con la caratterizzazione dei principali soggetti e i passaggi chiave della sceneggiatura, a immagini di back-stage, in cui si evidenzia lo stretto rapporto fra regista e attori, l’uso scenografico del notevole patrimonio architettonico e paesaggistico italiano o la creazione in studio di ambienti non utilizzabili dal vero (la Cappella Sistina e altri ambienti vaticani), il notevole sforzo di uomini e mezzi che sta dietro alla costruzione di un evento cinematografico.
La narrazione cinematografica e quella fotografica- racconta l’autore nel dialogo con Maria Savarese- anche se partono da strumenti tecnici simili, sono completamente differenti. Un luogo, un dialogo, lo stato d’animo - si legge da fb - di un personaggio possono essere raccontati in cinematografia con un movimento di macchina, un cambiamento di fuoco, un tempo di ripresa lungo o breve in ogni caso beneficia dell’uso della parola. In fotografia lo stesso luogo, lo stesso stato d’animo o dialogo deve essere racchiuso unicamente in uno scatto, e senza colonna sonora. Da qui nasce la necessità della sintesi. (...)". Continua a leggere qui.