Articolo pubblicato il: 19/04/2017 16:18:01
Di seguito la nota stampa giunta in redazione: "Si intitola Migrations il debutto dei Mojisma nel titolo così come nelle canzoni non ci sono riferimenti all'attualità odierna dei media, fatta di confini Brexite movimenti migratori più o meno volontari verso l'Europa. Le migrazioni a cui allude la band anglo-campana sono invece quelle che hanno caratterizzato la vita artistica del cantante, dagli inizi metal ai tempi dell'università in Galles, passando per il folk-jazz del progetto omonimo (Marco Spiezia, con l’albumLife in Flip-Flops) sviluppato tra la Cornovaglia e l'Italia, fino a giungere all'odiernoguitar oriented rock. Dedicato a E.F. Schumacher (importante economista e - spiega la nota - scrittore diSmall Is Beautifula cui si inspira una delle canzoni),Migrationsracchiude in sé tematiche di diverse tipologie senza snaturare il rock di cui è figlio.Tuttavia, definire la musica dei Mojis attraverso una sola categoria può rivelarsi impresa ardua. Ogni componente ha le sue personali influenze artistiche e tutto ciò è stato fatto confluire nelle loro canzoni. Si passa dalla batteriain stile rock e funk classica diIvan Esposito, ispirata da gruppi come i Red Hot Chilli Peppers o i Negrita (Find the People), al basso diStefano Romano, che colora le composizioni con la leggerezza di giri inusuali per il rock (Lady Death) ispirati a gruppi che spaziano tra Fat Larry’s Band, Jamiroquai, Muse e George Benson. E se la chitarra diMarco Spieziaammicca a suoni che vanno dai Fu Manchu a Berri Txarrak passando per i Biffy Clyro (Dog’s Teeth), quella diFrancesco Romanoè dichiaratamente più incline verso il blues-jazz di Kurt Cobain, Jimi Hendrix o John Mayer(Broken Chord). “La Musica deve rappresentare ciò che siamo. Migrationsrappresenta tutti noi e ciò che ci piace ascoltare”, affermano i ragazzi.Registrato negli studi deI Make Recording(Nocera Inferiore, SA),Migrationssi compone di - continua la nota - 9 canzoni per un totale di circa 37 minuti. Il suono non cerca di stare al passo con i trend del momento né si costringe nei limiti angusti di uno stile ben delineato. Qualcuno potrebbe definirlo dispersivo o poco a fuoco. Migrationsinvece rappresenta una prova eclettica e coraggiosa che ben sintetizza l'idea che i Mojis hanno del fare musica.Nati a Sorrento (NA) nel 2013,Mojisè il nome del progetto di cui fanno parte Marco Spiezia (voce, chitarra), Ivan Esposito (batteria), Francesco Romano (chitarra) e Stefano Romano (basso).Dopo anni passati in giro per i locali della Penisola Sorrentina, la band si chiude per quasi tutto il 2016 nello studioI Make Recordingdi Nocera Inferiore (SA) per registrare- cionclude la nota - il loro debutto,Migrations