Apprendiamo la storia dal diario Fb del sindaco di Marcianise Antonello Velardi.
"Stasera mi fa piacere utilizzare questo Diario per aggiornarvi su una vicenda che mi sta particolarmente a cuore e che, per quanto mi riguarda, ha un significato particolare.
Qui sotto potete vedere una foto, c'è una sola foto ed è quella di un bambino di Marcianise che è in una posizione di guardia su un ring di pugilato. Ho oscurato il volto di questo bambino per motivi di privacy. Il bambino si chiama Alessandro e di lui vi ho parlato nelle settimane scorse, raccontandovi la sua complicatissima situazione familiare. Vi avevo anche raccontato dell'aiuto che gli avremmo dato ed è quello che sta avvenendo.
Alessandro - scrive il sindaco - sta frequentando la palestra di pugilato delle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. E' poco più di una settimana che sta andando e si trova benissimo. E' molto contento. Ha familiarizzato con tutti gli altri ragazzi, è voluto bene dalle mamme che seguono lì i loro figli: in palestra c'è un bellissimo clima da famiglia allargata, c'è molta partecipazione dei genitori. Alessandro, come ho giù raccontato, ha dieci anni e non ha la mamma che è deceduta per una malattia collegata alla sua vita molto burrascosa. Il papà è anche lui in una condizione di fortissimo disagio personale ed è seguito da alcuni specialisti. Il bambino è stato sottratto dai giudici alla potestà del papà e affidato ad una zia che però se ne prende cura in modo saltuario; spesso fa riferimento alla nonna, ottantenne, che nel frattempo si è molto ammalata. Le condizioni economiche di questo nucleo familiare sono molto, ma molto precarie. Alessandro gravita intorno alla comunità di San Simeone ed è seguito spesso dal sacerdote, da don Antonio Piccirillo che peraltro me l'ha fatto conoscere.
L'immagine che vedete qui sotto è simbolica - continua - perché è l'immagine di un bambino sfortunato che non vuole fermarsi e che, nonostante tutto, vuole ripartire, vuole affrontare la vita. "Da grande vorrei fare il poliziotto", mi disse quando lo incontrai per la prima volta. La scelta di fargli frequentare la palestra delle Fiamme Oro va anche in questa direzione, nella direzione di avvolgerlo con il mondo che lui ha idealizzato, quello appunto della Polizia di Stato. Il volto è oscurato e questo non vi consente di ammirare la bellezza, l'intensità dello sguardo di questo bambino: nei suoi occhi c'è tutto, c'è la malinconia di una vita vissuta in condizioni drammatiche e c'è la speranza di poter dare finalmente una svolta ad un'esistenza che non è quella di un bambino come gli altri, tra i giochi e le carezze."
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