Maddaloni. Al museo 'Calatia' la mostra personale di Olga Lepri






Articolo pubblicato il: 03/09/2024 10:50:19

Questo parte del comunicato stampa pervenutoci in redazione: "Il Museo Archeologico di Calatia è lieto di presentare la mostra personale di Olga Lepri, giovane artista italiana nata nel 1994, che si terrà dal 7 settembre al 5 ottobre 2024. La produzione di Olga Lepri (classe 1997) propone l’utilizzo del medium pittorico per condurre indagini diversificate sulla realtà empirica. Formatasi tra Venezia e Bruxelles - si legge nel comuicato - la consapevolezza formativa che acquisisce in questi luoghi si rintraccia nelle opere, che rivelano suggestioni derivanti dalla pittura fiamminga e quella lagunare cinquecentesca, specie nell’approccio manierista alla pennellata e alla costruzione delle figure. Attingendo al dizionario figurativo della pittura di genere, Olga Lepri rielabora soggetti e contesti alla luce di nuove istanze, che dimostrano un tentativo di superamento della sostanza intellegibile.

Il complesso e diversificato retaggio culturale dell’artista si sposa in modo congeniale con gli spazi del Museo Archeologico di Calatia, testimonianza storico – artistica del mecenatismo illuminato della famiglia Carafa - si legge ancora - che denuncia caratteri barocchi preservatesi dal restauro della dimora gentilizia del 1660. La magniloquenza degli stucchi e la preziosità dei parati dipinti a mano un tempo presenti nelle sale della residenza, rimandano agli orizzonti estetici riproposti da Lepri, che guarda alla parentesi manierista e alla successiva barocca con genuina curiosità, parte di un processo complesso di assemblaggio non esclusivamente metodologico ma anche figurativo. Ad evocare ritorni e suscitare rimembranze sono le figure antropomorfe dai tratti bestiali presenti soprattutto nella produzione su carta di Olga Lepri visibile in mostra, che ricordano le creature popolanti i giardini dal gusto tardo barocco imperante a palazzo nel XVIII secolo1.

La ricerca di Lepri pone quindi l’accento sul processo di estradizione dell’essenziale, che si compone di una pittura non visibile al pubblico ma che risulta essere quella più autentica, fatta di gesti occultati, ripensamenti e citazioni colte, sintetizzati in questo frangente da una pennellata densa e stratificata, che disvela progressivamente - si legge ancora - i tentativi di superamento della “cecità” intellettiva" (...).