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"Io prometto": uno sguardo tutto al femminile sui terremoti del Centro Italia






Articolo pubblicato il: 16/01/2017 00:30:00

Bologna. Lo scorso 2 dicembre, presso il Circolo Arci Ritmo Lento, si è tenuta la presentazione dei premontati del documentario "Io prometto"Un documentario girato nelle zone colpite dai terremoti nel Centro Italia da dei giovani professionisti alcuni proprio figli di quelle terre. Un'opera che si pone l'obiettivo di tenere alta l'attenzione e tenere ben accessi i riflettori su quella che è la situazione attuale in quelle zone.

Non ho usato il plurale a caso. Si parte dal terremoto dell'Abruzzo del 2009, la città ferita dell'Aquila ancora brucia nei cuori e una ricostruzione che va avanti a fatica. Si arriva all'agosto 2016, la terra trema nel Lazio, nelle Marche, nell'Umbria e dinuovo in Abruzzo. Nuove scosse anche a gennaio 2017. La terra, ancora oggi, non sembra voler smettere di tremare.

A raccontare "Io Prometto", ad un pubblico molto numeroso e attento, sono stati Cecilia Fasciani (regista, scrittrice e produttrice e Matteo Mabilia (graphic designer e assistente alla regia e alla produzione). Alla fine della presentazione ho avvicinato Matteo e gli ho chiesto se con calma lui e Cecilia potevano rispondere a qualche domanda sul loro progetto. 

 

Come è nato il progetto “Io prometto”?


Cecilia Fasciani:"Il progetto è nato dalla voglia di raccontare la situazione delle zone del Centro Italia colpite dai terremoti degli anni scorsi attraverso storie di resistenza. La spinta originaria a intraprendere questo progetto a lungo termine, con tutti i rischi che comportava, è stata la conoscenza personale delle persone del territorio, il voler produrre qualcosa che mi facesse sentire più vicina a tutte loro e alla mia terra, che ho lasciato ormai quasi 9 anni fa.

Pensavo che fosse arrivato il momento di cominciare un progetto che mi portasse a rivivere quello che è successo anche a me, a ripercorrere quei momenti attraverso i ricordi di altre persone, e in qualche modo finalmente metabolizzare i miei. L’obiettivo principale di tutto questo chiaramente era il cercare di narrare queste storie attraverso l’arte del documentario, per cercare poi di raccontarle a quante più persone possibile, a tutte e tutti quelli desiderosi di ascoltare e di lasciarsi ispirare, come abbiamo fatto noi.

Abbiamo cominciato questo progetto ad aprile 2017, ed è cresciuto ogni giorno di più, proprio grazie ai tanti rapporti che si sono costruiti durante il periodo di pre-produzione, alle fantastiche persone incontrate, che si sono innamorate di questa idea e hanno deciso di crederci insieme a noi. Il supporto, l’accoglienza e l’entusiasmo ricevuto dalle persone che vivono quei territori ogni giorno è stato il motivo cruciale per cui tutto questo è andato avanti e continuerà ad andare avanti. Perché abbiamo capito, insieme a loro, quanto questo progetto avesse acquistato valore e importanza per loro e per noi."

 

Il documentario avrà un taglio tutto al femminile. Quattro storie di donne, da territori diversi, colpite tutte dal dramma del terremoto. Chi sono? Come siete venuti in contatto con le loro storie?

Mi rispondono a quattro mani Matteo e Cecilia: "Durante la fase di pre-produzione abbiamo ascoltato molte storie, incontrato tante persone, conosciuto diverse situazioni, ognuna con la propria drammaticità, importanza e bellezza. E' stato verso la fine di agosto, ad un evento a L’Aquila organizzato dalla Casa delle Donne, che abbiamo pensato di dare un taglio del tutto femminile alla storia che volevamo raccontare. Infatti, è stato durante quella giornata che abbiamo capito l’importanza della rete di solidarietà che si era creata dopo i diversi sismi, del tema del rapporto con la natura e con la città che era da ricostruire, ma soprattutto della loro immensa forza d’animo, che le aveva portate ad andare avanti anche nei momenti più bui

Valentina Valleriani, la presidente dell’associazione “Terremutate” dell’Aquila, da sempre molto attiva sul territorio, al livello sia locale sia nazionale che internazionale. 

Antonietta Centofanti, rappresentate del "Comitato dei familiari delle vittime della casa dello studente”, che si è battuta in tutti i diversi processi riguardanti la cittadinanza dell’Aquila negli anni post sisma, così come in tutte le diverse lotte cittadine, per una ricostruzione trasparente e dal basso.

Patrizia Vita, imprenditrice di Ussita, che dal 2012 è tornata tra i Sibillini, dove era cresciuta prima di trasferirsi a Roma, e aveva avviato la sua attività del bed & breakfast con orto sinergico, “Casa dell’Ortigiana”, nella sua casa, attività che è finita con le scosse di fine ottobre 2016.

Assunta Perilli, artigiana di Campotosto, che anni fa iniziò la sua attività di tessitrice di alta montagna, con antichi telai, nella sua “Fonte della Tessitura”, nel cuore del paese: proprio pochi giorni fa, Assunta ha ottenuto una casetta in legno vicino la piazza del paese, dove può finalmente tornare a tessere e a portare avanti la sua attività."

 

Quando sono iniziate le riprese, quanto sono durate e quanto materiale avete raccolto?

 

Cecilia e Matteo: "Abbiamo cominciato la settimana di produzione il 6 settembre 2017, quando ci siamo ritrovati a L’Aquila tutti insieme, per poi iniziare a girare il giorno dopo, 7 settembre. Siamo andati avanti per una settimana intera, fino al 14 settembre, giorno in cui ognuno di noi è ripartito per diverse destinazioni.

I primi due giorni siamo stati a L’Aquila, con Valentina e Antonietta, anche in giro per la città, ascoltandole raccontarci diverse lotte che le hanno viste coinvolte dopo il 6 aprile 2009, la loro idea di attivismo e di fare politica, la loro idea di solidarietà. Il terzo giorno siamo partiti per Ussita, con un camper fornito dalla produzione. Siamo arrivati dopo parecchie ore di viaggio e qualche difficoltà nel muoverci in alta montagna, con molte strade ancora chiuse e una pioggia battente. Appena arrivati Patrizia aveva il fuoco acceso e ci ha accolto con una tazza di the caldo: ci siamo sentiti subito a nostro agio, abbiamo chiacchierato come se ci conoscessimo da anni. Abbiamo trascorso con lei due giornate molto intense, e piene di emozioni.

Abbiamo poi proseguito verso Campotosto dove siamo arrivati verso sera. Aveva ricominciato a piovere. Assunta ci ha indicato un posto dove fermarci con il camper per la notte, e il giorno dopo abbiamo trascorso l’intera giornata con lei. La pioggia aveva lavato i colori del paesaggio attorno a noi, e la giornata era stupenda, con un sole bellissimo. Abbiamo raccolto ore e ore di girato, lavorando senza sosta ogni giorno della fase di produzione. La crew è stata coesa in ogni momento, ci siamo aiutati a vicenda e ci siamo sostenuti nei momenti più difficili, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista emotivo. Siamo filmmakers ed eravamo pronti a superare insieme ogni ostacolo, senza rigidità nei ruoli."

Chi sono le persone che vi hanno maggiormente sostenuto nel "dietro le quinte" di questo documentario?

 

Cecilia:" Le prime persone che mi vengono in mente sono sicuramente Mauro Fasciani e Silvia Frezza, i miei genitori, grazie ai quali tutto questo è potuto andare avanti: semplicemente perché ci hanno creduto prima che lo facesse chiunque altro, e anche nel momento in cui non ci credeva nessuno al di fuori di noi.  Non dimenticherò mai il momento in cui, una sera a cena, noi tre soli, alla mia domanda “che facciamo?”, impaurita dalle possibili conseguenze, loro mi risposero “non fermarti, noi ci siamo”. Ed è stato davvero così.

Nominare qui tutte le persone che ci hanno sostenuto è impossibile: sono tantissime e tutte meriterebbero righe e righe di descrizione. Professoresse, professori, maestre, parenti, circoli, associazioni, amici e amiche, vecchie conoscenze, professionisti del settore, le persone di quelle terre, le protagoniste di questa storia. Siamo a saremo per sempre grati a tutti e tutte loro."

 

La produzione è indipendente. Avete lanciato una campagna di raccolta fondi attraverso la piattaforma Produzioni dal Basso. Come sta andando e quale obiettivo vi siete posti per i prossimi mesi?

Matteo:"La scelta di iniziare una campagna dal basso, invece di chiedere dei finanziamenti a fondazioni o a grosse case produttrici, è motivata dal fatto di poter riuscire a mantenere l’autonomia nelle scelte registiche e di costruzione della storia.

Parliamo di storie vere e soprattutto di persone e situazioni di cui si deve parlare senza filtri. Per questo, molto coraggiosamente, abbiamo iniziato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni Dal Basso  che consente, in modo trasparente, di renderci consapevoli della rete di persone che stanno dietro a questo documentario.

Quello a cui puntiamo è alla partecipazione e al coinvolgimento del pubblico perchè, se non fosse così, di sicuro il progetto non sarebbe quello che è e che diventerà. Abbiamo avuto un inizio molto positivo e un buon seguito. Ora siamo nel mezzo della campagna e mi sento di dire che stiamo correndo assieme a molte persone. Non ci sentiamo soli."

Io prometto - Crowdfunding campaign from Cecilia Fasciani on Vimeo.

 

Rossella Vetrano

 

Photo credits

- Cecilia Fasciani [Director, writer and producer]
- Giovanni Fania [DoP - Director of photography]
- Valérie Hubert [Camera Operator]
- Giovanni Sfarra [Sound engineer]
- Matteo Mabilia [Director and production assistant - Graphic designer]
- Fabio Bianchini [Editor]