È probabile, la Spagna modello Guardiola dell’inarrestabile, spettacolare Barcellona sembra aver concluso un ciclo virtuoso di bel gioco e successi internazionali. Questa Spagna, che ha inaspettatamente faticato a oltrepassare indenne e con poco merito l’ostacolo della Svizzera, punita con il suicidio di quattro rigori parati o sbagliati, se avesse ragione la logica non dovrebbe interrompere il percorso per ora senza intoppi che domenica in quel di Londra ospiterà la finale degli europei. Il generale Lapalisse annuirebbe, ma non è lui a calcare l’erba del tempio calcistico di Wembley. Spetta alla nazionale italiana che Mancini come una costruzione del Lego ha preparato controcorrente, ovvero con la rinuncia al criterio dei più in forma della serie A in favore di un radicale ingaggio di talenti per lo più giovani e la tutela di due o tre senatori, garanti del miracolo che ha generato la solidità di un team coeso, all’insegna di uno per tutti, tutti per uno. Un solo rammarico fa ombra all’ottimismo per l’esito di Italia-Spagna ed è l’assenza di Spinazzola, giocatore a tutto campo, spina nel fianco delle difese avversarie con percussioni e dribling vincenti di qualità superiore. Fiducia nel sostituto, Emerson Palmieri è un signor terzino e anche lui ha propensione per incursioni sulla fascia di competenza. Allora davanti alla saracinesca Donnarumma la coppia da oscar Chiellini Bonucci, centrocampo strepitoso con Verratti, Jorginho, Barella e tridente offensivo intoccabile con Chiesa Immobile e il fantastico Insigne di questi europei. Prima del via pensieri e non solo per Raffaella Carrà:“Amava il calcio ed era una grande tifosa della Nazionale. Per renderle omaggio la FIGC ha chiesto e ottenuto dalla UEFA che nel corso del riscaldamento sia diffusa la canzone ‘A far l’amore comincia tu’, una delle più amate e ballate. Gabriele Gravina: “Donna innovativa e artista straordinaria, ha colpito tutti. Prima di Italia-Spagna vogliamo ricordarla con allegria, ascoltando insieme la sua musica carica di energia”. Brutta cosa i fischi al via dell’inno spagnolo. Quanti italiani: entusiasmo alle stelle, inno di Mameli cantato da giocatori e da non meno di trentamila tifosi degli azzurri Arbitra il tedesco Brisch. Londra, Wembley Stadium, primo calcio di inizio della Spagna. In fuori gioco Barella colpisce il palo, ma che azione ficcante...e che intraprendenza del nostro mediano Attenzione al movimento dei difensori spagnoli che tendono a mettere in off side i nostri attaccanti. Palleggio fitto e preciso della Spagna, è la loro specialità e non riusciamo a superare la metà campo. Italia difensiva nei primi 15 minuti ma per merito degli iberici e del loro possesso palla. Occasionissima per l’Italia al 21esimo, non l’ottimizzano Barella e Immobile per un peccato di incertezza. Respira l’Italia, ma non è ancora pericolosa. Pallone tra i piedi dei nostri avversari per il 55 per cento e per il 18 degli azzurri. Bel problema. Palla gol degli iberici, rischio sventato da Donnarumma, bravissimo. Finora abbiamo subito Busquets e compagni. Italia fino al 28 esimo evanescente. Si prepara a entrare Berardi ma forse il nostro problema è il centrocampo, non ad alto livello come in altre circostanze. Lo governa al meglio Busquets. Finalmente duettano Insigne e Immobile, niente male, ma senza esito. Dieci minuti al riposo e non è un match spettacolare. Meno male che gli spagnoli non hanno la mira a posto perché di occasioni ne hanno avute. Ancora 5 minuti all’intervallo per far riflettere Mancini e i suoi uomini. Per esempio sulle qualità di Locatelli. Colpisce la traversa Emerson ed è la seconda palla gol per gli azzurri. Arbitraggio discutibile, non punisce con il giallo i falli cattivi e commette qualche svista. Avversaria più ostica del previsto la squadra di Luis Enrique e soprattutto temibile la riscoperta del palleggio inventato da Guardiola, preciso, rapido, di prima, smarcante. Dobbiamo inventare qualcosa, questo è certo. Con Locatelli Belotti e la sua grinta? Perché no… Detto con franchezza, se gli azzurri non cambiano marcia, il rischio di tornare a casa è nell’aria. Second time. Ancora qualche imprecisione degli azzurri, ma più pressing e una grande conclusione di Busquets appena alta sulla traversa. Al minuto 53 Chiesa impegna Simon al termine di un veloce contropiede. Forse cambia qualcosa nell’inerzia della partita. Valzer lento degli iberici, ma problemi per fortuna zero. Primi minuti di Di Lorenzo fantastici, frena ogni tentativo pericoloso della Spagna con interventi provvidenziali. Si conferma l’inferiorità del centrocampo azzurro. Grandissima l’Italia al minuto sessanta. Insigne recupera da par suo un pallone prezioso e lancia Verratti. Lancio perfetto per Chiesa che si ‘beve’ letteralmente il difensore diretto e infila Simon con un tiro imparabile. Esultano Mancini e tutta la panchina degli italiani. Morata per Torres. Soffriamo la reazione degli iberici. Ora non bisogna chiudersi a riccio in difesa. 25 minuti al 90esimo. Tentativi a ripetizione degli spagnoli, ma azione perfetta dell’Italia al minuto 68 Chiesa-Berardi, quasi gol. L’uno a zero non basta, bisogna raddoppiare. Moreno e Rodri in campo. Adesso palleggia meglio l’Italia. Pessina e Toloi per Verratti ed Emerson. Un po’ di fisicità difensiva in più. Insigne preziosissimo in fase di interdizione e rilancio. 16 al 90esimo. Resistere…e poi resistere. Impossibile velocizzare il cronometro? Purtroppo. 13 da giocare… 12, azzurri galvanizzati dal vantaggio, non si può sbagliare niente. Fatale il minuto 80. Morata s’invola senza opposizione e Donnarumma è battuto. 1 a 1, in verità meritato. Tutto da rifare negli ultimi dieci minuti e spagnoli carichi per l’uno a uno. Locatelli sarebbe prezioso come Belotti e infatti si riscaldano. Escono Insigne e Barella. Dentro Llorente per gli iberici. Ancora 4, 3, 2 minuti prima del recupero, ultimo giro del cronometro minuto e sono tre i minuti di over time. Si avvicinano le fatiche dei supplementari. Tre fischi di Brysch, il suo voto è cinque meno, meno. Comincia la mezz’ora di patimenti. Belotti spintonato frana a terra e s’infortuna alla schiena. Tosti questi spagnoli oltre che bravi. Prova di resistenza psicofisica, chi la supera meglio? Nervosismo in campo e fuori la cosiddetta posta in palio lo giustifica. Brysch continua a non convincere. Bestia nera degli azzurri è senza dubbio Dani Olmo, imprendibile. Da giocare cinque minuti del primo supplementare. La Spagna ci fa tremare, ci salviamo a più riprese per miracolo, ma fino alla fine dell’over time? Italia stanchissima, c’è ancora un cambio possibile per Mancini. Crampi per Chiesa e si cambia campo. Domanda: perché i nostri sono visibilmente più stanchi degli spagnoli? Secondo tempo di 15 minuti. Continua a imperversare Olmo, Bernardeschi per lo stremato Chiesa. Fuori Busquets, Torres anche, dentro Garcia. Segna Berardi, ma, miseria ladra, in fuori gioco. Dieci da giocare. Ancora sei minuti. Attacca la Spagna, ma gli azzurri non mollano. Da soffrire ancora cinque minuti, poi speriamo nella lucidità dei nostri rigoristi. Due e mezzo prima dei penalty, ultimi attacchi degli iberici. 90 secondi. Purtroppo non c’è in campo Insigne rigorista doc e neppure Immobile altro specialista. Ora capannelli per stabilire chi prenderà la responsabilità di tirare dagli undici metri. Sicurante uno dei nostri è Jorginho, di solito impeccabile. Colpisce per primo Locatelli. Para Simon, accidenti. Tira Olmo e spara in curva, dai azzurri! 0 a 0. Ora Belotti ed è gol. Uno a zero Italia. Moreno, gol, 1 a 1. Tocca a Bonucci, 2 a 1 e a seguire il 2 a 2 degli spagnoli. Bernardeschi, incrocio dei pali 3 a 2. Morata, miracolo Donnarumma ci godiamo e rimane il 3 a 2, grande Gigio. Jorginho 4 a 2 e ringraziamo il Dio del pallone che ha dato un’occhiata benevola all’azzurro dei ‘nostri eroi’. Wembley aspettaci, ci ritroviamo presto.
GoldWebTV è anche su WhatsApp! Iscriviti al canale per avere le ultime notizie direttamente sul tuo telefonino!