Il meglio di Napoli: solidarietà (e 1 a 0 sul Venezia)


Articolo pubblicato il: 30/12/2024 09:31:49

Napoli, città della solidarietà, democratica, del primo sindaco comunista del sud Europa, il mitico Valenzi, dal cuore grande, che pulsa per buoni sentimenti di antica. Covid? Il paniere alimentare del “prendi se non hai, dona se hai”, da tempo caffè, pizza pagati e, ultimo esempio di generosità, i ticket al botteghino di cinema e teatro per chi, in povertà, non può accedervi. Liquidata in due parole la strategica prudenza di Conte, che mette un voto alto sulla pagella del modestissimo Venezia, il prologo della partita che tra pochissimo dirigerà Marchetti, sezione di Ostia, con orgoglio molto partenopeo riportiamo di seguito il testo del comunicato del Napoli calcio, vicino alla coraggiosa, apprezzata giornalista prigioniera in Iran: ...solidarietà a Cecilia Sala, giornalista, donna, una figlia, sorella, nipote...il calcio...l’aiuterà a non sentirsi troppo sola nella cella di isolamento...” Così il Napoli conferma l’attenzione ai temi del sociale e accende un riflettore su una vicenda che tiene in apprensione non solo la sua famiglia, ma tutta l’opinione pubblica italiana. Questo, più che la cronistoria minuto per minuto del match odierno. Il Venezia del bravo Di Francesco sbarca nello splendore del golfo di Partenopeo con questo magro score: partite vinte 3, pareggiate 4, perse 10. Gol fatti solo 17, subiti 30, squadra penultima in classica con 13 punti. Conte fortunato, evita l’imbarazzante ‘retrocessione in panchina di un inamovibile titolare per far posto al guizzante Neres e legittima l’assenza di Politano al via di Napoli-Venezia con le sue condizioni post influenzali. I competitors degli azzurri: l’Inter (3 a 0 sul Cagliari) dovesse vincere la patita da recuperare salirebbe a quota 43. L’Atalanta è per ora in testa con 41 punti (ieri ha pareggiato con la Lazio all’ultimo secondo del recupero) e il Napoli, vincendo tra poco raggiungerebbe i nerazzurri di Gasperini in vetta, con 41 punti. Pronti...via. La noia per una delle partite del Napoli incompatibili con il valore virtuale di squadra di categoria superiore sconsiglia di dettagliare fatti e misfatti dei 95 minuti appena conclusi con il solito1 a 0 che il mago Herrera progettò a suo tempo per l’Inter da scudetto e che Conte stenta a emulare, costretto dal non gioco impostato dall’inizio del campionato a soffrire e far soffrire chi segue con cuore partenopeo l’iter degli azzurri. Il cronista di questa vittoria in extremis preferisce perciò ricordare due o tre fatti salienti dell’1 a 0 che comunque permette al Napoli di affiancare i nerazzurri dell’Atalanta.  E allora: Conte e i suoi azzurri risparmiano i fischi del Maradona. Evitano  appena in tempo la debacle  di un deludente pareggio che sembrava condannare gli azzurri, a resta il giudizio negativo sull’improduttivo possesso palla, i ritmi lenti e le accelerazioni non finalizzate, la deprimente staticità di Lukaku, la forma approssimativa di Kvara, l’handicap di centrocampisti non dotati di conclusioni dalla distanza, ma soprattutto il deficit di un progetto di gioco convincente. Pochi minuti non male di Lukaku sul finire della partita, agevolati dalla stretta difensiva meno pressante dei lagunari a caccia di un impossibile pareggio, non compensano la delusione per la scoperta di aver ingaggiato un centravanti grande solo per la statura di due metri, che inaccettabile sciatteria nel calciare il rigore fischiato dall’arbitro Cosso, sostituto dell’influenzato Marchetti, non dà forza al tiro dagli undici metri, non lo angola abbastanza ed è neutralizzato senza far miracoli da Stankovic. Il belga evita il sei in condotta solo per il tiro che Stankovic ha deviato sul palo. Nessuna volontà di infierire, ma Conte deve rendere omaggio a uno strepitoso Meret, a un paio di suoi miracoli salva risultato. Ironia della sorte, il gol che ha evitato aspre critiche agli azzurri, si deve a Raspadori di cui Conte evidentemente pensa di fare a meno, considerato che lo propongono al miglior offerente. La crisi di Kvara? Sicuri non dipenda dall’incertezza del “resto...vado” che complica da troppo tempo la trattativa sul suo futuro? In attesa di analisi approfondita sulle virtù per ora annebbiate di tecnico vincente, diciamo che a Conte anche oggi è andata bene e certo, contro una squadra non a caso penultima in classifica. Fin che dura...