Articolo pubblicato il: 26/11/2016 16:52:33
Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci dalla Rete ARCHEOCALES circa la situazione nella zona ex Pozzi: "E’ da tempo che la Rete ARCHEOCALES denuncia lo stato di indifferenza delle istituzioni per un sito archeologico che è l’unica vera risorsa di questo nostro territorio abusato, dimenticato, defraudato, offeso dal malgoverno - si legge nella nota -. La ex Pozzi è la spina nel fianco più evidente dello scempio che i responsabili hanno permesso e che continuano sapientemente ad alimentare. E’ dallo scorso luglio (ma sono decenni che ciò succede periodicamente) che dalle trincee scavate alla ex Pozzi fuoriesce una nuvola maleodorante, invasiva, che penetra nei tessuti e li distrugge, sicuramente prodotto della combustione dei rifiuti speciali presenti nel sottosuolo - si legge nella nota -. Una nuvola democratica … perché non risparmia niente e nessuno in tutto l’agro caleno, eppure dove sono i parlamentari che hanno tentato di negare il disastro? Dov'è la commissione parlamentare che davanti alle telecamere prometteva un pronto intervento? - si legge nella nota -. Dov'è la Regione che ha millantato un finanziamento (in danno) di 15 milioni di euro ma che di fatto è solo un proclama per il SI al referendum? Che ne è rimasto delle tavole rotonde al vertice utili soltanto all'urgenza mediatica? - si legge nella nota -. Dove sono i Sindaci dell’agro caleno cui è affidata la salvaguardia della salute pubblica? E perché le vittime di tanta distruzione zittiscono? Forse non respirano - si legge nella nota -. Noi, che da sempre difendiamo Cales quale bene comune, ormai siamo sconvolti e sconfitti dall'indifferenza di quanti spendono per essa solo belle parole, ma nei fatti c’è l’immobilismo più totale. Siamo consapevoli che è in gioco la vita e la morte di tutti noi che qui abitiamo, figurarsi se il potere costituito può interessarsi ai ruderi della città antica- si legge nella nota -. Cales, la città antica, dista solo qualche centinaio di metri da questo fumo inesausto che fuoriesce dalle viscere della terra, una terra un tempo prolifica e genuina che la bulimia del potere ha reso veleno. A cosa serve portare schiere di cultori interessati alla nostra storia se tutt'intorno è solo morte e distruzione? - si legge nella nota -. Questo il motivo per cui, fino a quando non ci sarà un intervento serio e risolutivo, nonché un progetto di bonifica non virtuale, interrompiamo le attività al sito antico, per tutelare noi stessi e quanti ci chiedono di accompagnarli alla scoperta di Cales".