PUBBLICHIAMO LA NOTA STAMPA INVIATACI DAI CARABINIERI:
"Nella serata del 23 luglio 2018, in Castel Volturno (CE) e Napoli (NA), i Carabinieri della Stazione di Grazzanise (CE) hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, nei - si legge nel comunicato - confronti di 2 cittadini nigeriani - un uomo ed una donna- gravemente indiziati del reato di riduzione in schiavitù in concorso - artt. 110,600 - con l’aggravante di cui all’art. 602 ter lett. a) e b), essendo i fatti commessi ai danni di una (...) minore (…) Il provvedimento pre-cautelare, costituisce l’esito di una tempestiva quanto rapida attività investigativa, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal predetto Reparto attraverso - si legge nel comunicato - l’acquisizione delle dichiarazioni della p.o., opportunamente riscontrate, che ha consentito di: appurare che la vittima giunta in Italia dalla Nigeria, con violenza e minacce di morte, derivanti- si legge nel comunicato - anche dalla previa sottoposizione a riti wodoo, veniva costretta ad esercitare la prostituzione dapprima in Napoli e poi in Castel Volturno; rilevare che la p.o. era obbligata a consegnare agli indagati i proventi dell’attività di meretricio, dovendo loro corrispondere - si legge nel comunicato - la somma di 35.000 euro necessaria per estinguere il “debito” contratto per venire in Italia; accertare che gli indagati mantenevano la minore in stato di soggezione continuativo prospettando - si legge nel comunicato - gravi conseguenze per lei e per i suoi familiari qualora si fosse rifiutata di svolgere l’attività di meretricio. I competenti Uffici G.I.P del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e Napoli, in sede di convalida, condividendo in toto l’impianto accusatorio avanzato dalla Procura, in relazione sia ai gravi indizi di colpevolezza che al concreto pericolo di fuga - si legge nel comunicato - degli indagati, hanno disposto per uno la custodia cautelare in carcere mentre per - conclude il comunicato - la donna gli arresti domiciliari. (…)”
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