Caserta. "La vicinanza dell'Ordine dei Medici ai colleghi impegnati nella continuitĂ  assistenziale"






Articolo pubblicato il: 30/12/2024 12:02:17

Questo il comunicato diffuso dall'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Caserta: "«Esprimiamo vicinanza ai tanti colleghi dell'ex Continuità Assistenziale, che esercitano - si legge - negli ambulatori per rispondere alle esigenze di salute della popolazione nelle ore notturne e nei festivi, ovvero quando gli studi dei medici di medicina generale sono chiusi». 

Così l’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Caserta - continua la nota - guidato dal presidente Carlo Manzi. E ancora: «L'Ordine è particolarmente vicino ai medici dell’ex Continuità Assistenziale, lo abbiamo dimostrato quando siamo andati a esprimere la nostra solidarietà a Mondragone, a seguito di un episodio di violenza nei confronti dei sanitari, e lo confermiamo adesso, a seguito di illazioni circolate sul web che imputerebbero le carenti risposte della Continuità Assistenziale ai medici che restano a casa e non lavorano. 

Tali presunzioni, che se fossero vere andrebbero fermamente condannate, rischiano di diffamare - prosegue - l'intera categoria e, se lette superficialmente, potrebbero inasprire quel già labile rapporto, non di fiducia ma di opportunità, tra cittadino e medico di Continuità Assistenziale. 

Si sta lavorando per rendere attuativo il Dm 77 che consentirà un miglioramento globale dell'assistenza territoriale; in questa fase dobbiamo concentrarci per risolvere le inefficienze e le problematiche reali della medicina territoriale, senza perder tempo con le diffamazioni! Quindi l'Ordine, con spirito propositivo, fa l'ennesimo appello - si legge ancora - all'Asl, affinché velocizzi l'apertura delle nuove strutture deputate a ospitare i medici del territorio: Case e Ospedali di Comunità, sicuri (videosorvegliati), tecnologicamente e organizzativamente adeguati a soddisfare i bisogni di salute. Si fa appello anche alla Regione, affinché concordi definitivamente con i medici del territorio il nuovo Accordo Integrativo. Si prendano ad esempio la Toscana e l’Emilia-Romagna, regioni nelle quali le Case e gli Ospedali di Comunità già esistono e assorbono le esigenze di salute della popolazione, decongestionando sia i Pronto Soccorso che i reparti di degenza negli ospedali»".