Si perfeziona l’iter burocratico per dire addio, dopo 61 anni, alla primitiva dizione ‘stadio del Sole’, poi San Paolo, dell’impianto di Fuorigrotta progettato dall’architetto Cocchia e da un team di cui era protagonista l’architetto Gerardo Mazziotti. Diventa laico e sarà ribattezzato ‘Arena Maradona’. Il flusso di ‘cose’ portate dai tifosi napoletani in processione allo stadio, a loro temporaneamente precluso per colpa del Covid, darà vita a un museo di cimeli che lo ricorderanno, figlio adottivo, amatissimo della città.
In questa atmosfera, il quasi derby Napoli-Roma dirà probabilmente quale delle due formazioni ha titolo per salire in vetta alla classifica che quest’anno sembrerebbe destinata a interrompere il monopolio di scudetti della Juventus, che Pirlo forse non è maturo per gestirla al meglio e forse predestinata a rinnovare i fasti del Milan. Che sia amore infinito di Napoli per il suo geniale messia è plasticamente documentato dai mille episodi di riconoscenza per le stagioni irripetibili di prima donna della squadra sospinta alla conquista del tricolore dal ‘pibe de oro’, ma forse con qualche eccesso di venerazione e per esempio la scelta della bandiera a mezz’asta che il toscano Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico, ha deciso di esporre all’ingresso.
In casa Roma, reduce dalla vittoria in Europa League con il Cluj, si apprezza la dedizione alla squadra del difensore Cristante, in campo nonostante una caviglia in disordine. Fonseca conta sull’ampio set dei cambi e dà fiducia a molti uomini risparmiati nella gara di coppa. Nel Napoli, ancora gonfio di dolore per l’immatura scomparsa di Maradona, è intuibile la determinazione a rispondere, con una partita di qualità riferibile alla splendida vittoria sull’Atalanta, all’urgenza di ritrovarla, in attesa del definitivo esito del giudizio sulla mancata trasferta di Torino, che anche alla luce delle mediocri prestazioni della Juventus era una probabile opportunità di sconfiggerla. Purtroppo Gattuso deve di nuovo riassestare la squadra, ancora menomata dall’assenza dell’infortunato Osimhen, su cui aveva progettato il Napoli 2020/2021 e diventa obbligato il ritorno di Mertens centravanti, ruolo in cui ha dato il meglio di sé. Le alternative non mancano grazie alla prolifica campagna acquisti estiva: il ritrovato Ghoulam per Mario Rui, Hysaj (ma infortunato) per Di Lorenzo, Demme e Lobotka per lo squalificato Bayakoko, Politano per Lozano, Maximovic per Manolas, mentre è inamovibile il leader e capitano Lorenzo Insigne, esaltato dalla piena fiducia di Gattuso. A Koulibaly tocca l’arduo compito di fermare la vocazione al gol di Dzekco, anche a costo di sacrificare la nuova tendenza a spingersi ben oltre la linea di centrocampo e il pericoloso Mkhitaryan, autore di cinque gol nelle ultime due giornate.
Arbitra Marco Di Bello. Lo stadio deserto è sovrastato dal maxi schermo con l’immagine di Diego. Sulle poltroncine lo striscione con la sua immagine e la scritta “The King”. La stazione della metro di Fuorigrotta sarà la stazione Maradona e ospiterà il museo con i cimeli che lo ricordano. Gli azzurri entrano in campo con la maglia a strisce bianche e blu dell’Argentina. Si parte dopo un minuto di emozionato silenzio. È subito alto il ritmo di gioco, squadre aggressive. Il primo tiro in porta è di Pedro, al termine di un’azione ben congegnata, pallone oltre la travresa. Buono il palleggio dei romanisti e possesso palla, ma solo nella fase inizale del match. Il Napoli deve fare molta attenzione alle ripartenze veloci dei giallrossi, che tendiono a innescare le punte Dzeko e Mkhitaryan.
Al decimo si fermano i giocatori, nel ricordo del numero della maglia indossata da Maradona, applausi dei ventidue in campo. Mertens al volo su cross da destra di Lozano, pallone a lato. Grande equilibrio nel primo quarto d’ora di gioco, Napoli offensivo prevalentemente sulla fascia sinistra,dove agiscono Rui e Insigne. Bello il lancio di Insigne per Lozano che non riesce ad agganciarlo. Koulibaly, come negli ultimi tempi, si spinge oltre la metà campo per dare incisività all’attacco dei compagni. Molto compatto il paccheto difensivo della Roma. Angolo per il Napoli al 18esimo. Mertens dalla bandierina e nuovo corner. Zielinski al ventesimo di, piatto, debole. Facile per Mirante. Per ora nessun pericolo per i due portieri. Ancora un corner per gli azzurri, il terzo. Martens-Rui, niente di fatto. Su iniziativa di Insigne quarto angolo. Ora è più Napoli, che guadagna corner e calci di punizione. Sempre Mertens sul pallone, respinge la difesa, nuovo corner, il quinto, ma prevalgoo sempre i difensori. Sesto angolo al 28esimo. Ne trasformerà uno finalmente il Napoli? Problemino per Gattuso. Punizione da posizione ideale per Insigne o Mertens al 30esimo, un centimetro fuori dell’area di rigore. Grandissimo gol del capitano, alla Maradona. Lorenzino esulta e mostra la maglia del ‘pibe de oro’ alla telecamera: capolavoro, a conclusione di un netto dominio degli azzurri. 12 minuti al 45esimo. La Roma cambia atteggiamento e sposta il baricetro in avanti. Lozano, driblig e tiro, settimo calcio d’angolo, ma sviluppi zero ancora una volta. Napoli autoritario e della grande Roma finora si è visto davvero poco. Jesus per Mancini, infortunio muscolare. Lozano è vittima di continui falli, il suo dribling ubriaca gli avversari. Problemi anche per Veretout. Ottavo corner. Forse Gattuso deve studiare qualcosa e forse andrà certamente meglio con il rientro di Osimhen. Sfiora il gol Ciro Mertens al minuto 42, grande risposta di Mirante. Solo Napoli quando mancano due minuti al riposo e neppure un tiro in porta dei giallorossi: imprecisi nei passaggi, scarsissima incisività. Due di recupero, quasi consumati. Tutti negli spogliatoi. Primo tempo saldamente controllato dagli azzurri e nemmeno con grande sforzo considerata l’inconsistenza della Roma. Solo merito del Napoli? Forse.
Second time e imperativo per gli azzurri di dare concretezza alla superiorità. Veretout non rientra, entra Villar, a compensare la seconda defezione di giallorossi per problemi muscolari. Aggrediscono i capitolini, Fonseca deve aver catechizzato i suoi giocatori, ma la velocità di Lozano è impressionante, un plusvalore di questo Napoli. Grande occasione degli azzuri al 48esimo e Mirante rimedia con una buona parata. Dopo uun minuto l’egoismo di Lozano penalizza Zielinski, solo in area di rigore. Nono angolo per il Napoli, poi il decimo, contro zero della Roma al minuto 50. Finora Dzeko ha toccato un solo pallone e per di più in difesa. Riprende la superiorità degli azzurri, Mertens è travolto da un difensore e rimane dolorante sul terreno, ma per fortuina rientra in campo. Il centrocampo è dominio incontrastato di Fabian e Demme. Primo corner per la Roma al minuto 56, Meret agguanta il cross. Gillorossi più dinamici e offensivisti, ma anche ‘cattivelli’. Secondo angolo per i giallorossi, più propositivi. Primo e debole tiro di Dzeko, nessun problema per Meret, al 15esimo. Il Napoli deve convincersi che il risultato non è ancora acquisito. All’inedita intraprendenza di giallorossi fa eco un rallentamento della tensione agonistica dei napoletani. In panchina ci sono Politano e Petagna, chissà che non sia una buoan idea impegnarli. Ma al termine della licenza di palleggi precisi, fitti, Fabian con un tiro non potente, ma angolatissimo, trova il 2 a 0. È il minuto 64. Gattuso ci sta a sentire? (scherziamo): Politano per Lozano. Niente male il belga-italiano Diego Demme, prezioso come diga di centro campo. Undicesimo angolo per il Napoli. Batte Politano, al volo Insigne, alle stelle. Venti minuti al 90esimo. Esce Dzeko,entra Peres. Pellegrini al minuto 73, potente, ma alto sulla traversa. Terzo angolo per la Roma che attacca a pieno organico. 15 alla fine e il Napoli si deve scrollare di dosso la pressione dei giallorossi, pericolosa. Prova a tenere palla, ma ci vuole una scossa positiva, di residua energia. Elmas per Zielinski, che dopo un mese di Covid non ha ancora i novanta minuti nelle gambe. Al 78esimo esce Pellegrini, dentro Maryolai. Dieci più recupero al triplice fischio di Di Bello gran botta, respinge Mirante si avventa sul pallone Ciro Mertens, tre a zero. Bello. Risultato in cassaforte. Dentro Petagna e Lobotka, per Mertens e Demme. Sei al 90 esimo. Napoli bello quasi come contro l’Atalanta, analisi molto confortevole. Correggo, come con l’Atalanta. Il quattro a zero è merito di Napolitano, che caparbiamente si muove driblando in area e infila Mirante a tre miniuti dal 90esimo. Esulta moderatamente, da ex romanista. Niente recupero, ovvio., Napoli sontuoso, nel nome di Maradona.
Luciano Scateni
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