ARZANO. Reati fallimentari, eseguiti i provvedimenti: la nota ufficiale della Guardia di Finanza






Articolo pubblicato il: 29/11/2017 11:29:09

Lo apprendiamo dalla nota stampa inviata dalla Guardia di Finanza di Napoli.

"In data odierna, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli di Napoli Nord, militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e del I° Gruppo della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord nei confronti di nr. 5 soggetti - si legge nella nota -, per reati fallimentari riguardanti il dissesto di una societa%u0300 di Arzano operante nel settore delle costruzioni edili, fallita nel 2015, ed in particolare, quali amministratori di fatto e di diritto, per aver distratto l’intero patrimonio aziendale, ammontante a quasi 3 milioni di euro, al fine di arrecare pregiudizio ai creditori - si legge nella nota -. Le complesse indagini documentali e bancarie approfondivano le vicende societarie della fallita, riconducibile a noti imprenditori napoletani. Secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal Giudice, emergeva come i componenti la stessa, nel tempo si erano alternati, ricoprendo cariche di amministratore, facendo si%u0300 che gli interessi personali dei medesimi si sovrapponessero a quelli della societa%u0300 poi fallita, coinvolgendo anche altri soggetti giuridici riconducili allo stesso nucleo familiare - si legge nella nota -. E’ emerso, inoltre, che il fallimento della societa%u0300 in questione e%u0300 stato determinato, in via prioritaria, da debiti tributari maturati negli esercizi finanziari tra l’anno 2008 e l’anno 2012. In particolare gli indagati sono accusati di aver sistematicamente operato lo svuotamento delle casse della societa%u0300 in argomento attraverso cessioni di beni o di quote, bonifici o emissioni di assegni circolari nei confronti di prestanome orbitanti nella sfera delle societa%u0300 gestite dalla medesima famiglia, fino ad arrivare ad un passivo fallimentare di circa € 5.600.000,00 - si legge nella nota -. Le condotte distrattive, secondo quanto contestato agli indagati, sono consistite in cessioni o acquisti di immobili, versamenti sui diversi conti correnti agli stessi riconducibili, cessioni di quote societarie per valori decisamente inferiori rispetto a quelli reali, omesso deposito di scritture contabili e debiti tributari per circa € 6.500.000,00 - si legge nella nota -. le attivita%u0300 investigative hanno permesso di raccogliere gravi elementi indiziari circa l’esistenza di altre societa%u0300 orbitanti nella sfera di competenza degli indagati, nonche%u0301 di rilevare la presenza di prestanome utilizzati per la gestione delle varie imprese. A cio%u0300 si aggiunge un sistematico ricorso a schemi volti a celare la reale titolarita%u0300 di beni ed utilita%u0300 - si legge nella nota -. Il GIP disponeva anche il sequestro di quote di partecipazione agli stessi riconducibili, detenute da una holding riconducibile agli indagati, che ha nel tempo acquisito dalla societa%u0300 fallita per un valore di quasi 900 mila € le quote societarie ad un prezzo nettamente inferiore al reale, di un terzo soggetto giuridico con sede in Vitulazio (CE)".