Al cinema un incontro storico tra rock e politica: ‘Elvis & Nixon’






Articolo pubblicato il: 27/09/2016 16:24:34

Cinema. Rock ‘n’ roll, politica, storia, comicità e temi importanti affrontati con leggerezza. È la ricetta di 'Elvis&Nixon', dal 22 settembre nelle sale italiane. Alla regia c’è Liza Johnson.  Grandi protagonisti: Michael Shannon e Kevin Spacey, rispettivamente ‘The King’ Elvis Presley e il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. A essere raccontato è un momento realmente accaduto e entrato subito nella storia: l’incontro tra Elvis Presley e il presidente Nixon.  Siamo nell'America del 1970, Elvis Presley è già il 'Re' del rock'n' roll e Nixon è il presidente degli Stati Uniti d'America. Pochi anni dopo scoppierà il ‘watergate’ (1972) e qualche anno dopo ancora Elvis morirà (1977).
Uno sguardo alla trama:
Il grande uomo di spettacolo, amato e osannato in America e nel mondo, affronta un periodo di riflessione. Ascolta e osserva quanto accade ai giovani del suo paese e comincia a nutrire preoccupazione per la crescita del consumo di sostanze stupefacenti. Il timore di una generazione (e di un'intera nazione) allo sbaraglio lo convince a scendere in campo e mettersi al servizio degli Stati Uniti per affrontare concretamente le problematiche rilevate. È per questo che si presenta alla Casa Bianca con una lettera indirizzata al Presidente. Oltre ad esprimere i suoi sentimenti di preoccupazione, avanza una particolare richiesta: diventare agente federale aggiunto della sezione antidroga in incognito. Naturalmente ogni minimo passo del cantante è accompagnato dall'entusiasmo di coloro che lo riconoscono e la reazione dello staff del presidente è comprensibilmente perplessa. Superato il sospetto di uno scherzo, due degli uomini (giovani uomini) più vicini a Nixon prendono sul serio la missiva e inseriscono nell'agenda del Presidente un incontro con il cantante. Un incontro potrebbe infatti dare a Elvis la possibilità di esporre il suo punto di vista e la sua particolarissima richiesta e al Presidente (almeno secondo i suoi collaboratori) di avvicinarsi all'elettorato giovane. Nixon non crede a questo incontro e lo rifiuta, ma di fronte a una forte ‘pressione familiare’ (la figlia del Presidente era una fan dell’artista!) si convincerà a vedere il cantante. L’incontro è descritto in maniera esilarante. Assoluta noncuranza del protocollo e quasi un ribaltamento dei ruoli. I due parlano (momento anche dal punto di vista recitativo da non perdere) e giungono a un accordo sancito dalla foto che immortala la famosa stretta di mano.
E’ l’incontro istituzionale tra due uomini importantissimi per la storia americana e non si ha per un solo minuto la percezione che sia un incontro serioso e formale. Sguardo ai personaggi: Elvis ha una vena malinconica che si nota in particolare in alcune battute, come il monologo recitato fuori lo studio ovale provando quello che dovrà essere il dialogo con il Presidente oppure come quando si definisce un oggetto che ha ‘schiacciato’ la persona. Michael Shannon si cala nel personaggio convincendo e dando spazio a tante sfumature. Non solo lacca, occhiali e gioielli vistosi, non solo il personaggio costruito per il pubblico, ma anche un uomo reale, vero. Da parte sua, Kevin Spacey torna a vestire i panni di un Presidente (stavolta davvero esistito) dopo Frank Underwood di ‘House of Cards’, la popolare serie Netflix. Non ricordo un’interpretazione ‘comica’ di Kevin Spacey, ma l’attore due volte premio Oscar non delude neanche stavolta. Nixon, così come viene descritto nel film, è un po’ burbero, è un uomo di altri tempi consapevole del divario tra la sua e la nuova generazione. Il modo di parlare, la postura, la gestualità minima sono la perfetta controparte del personaggio ‘sfrontato’ ed espansivo di Elvis. E l’effetto comico, come scrivevo, è ben riuscito.  Un film leggero, tutto sommato, che cerca di andare al di là della fama dei due personaggi (comunque preponderante) indagandone il tratto umano. Un’ora e mezzo circa di film che forse non scorre velocissimo, ma che risulta comunque godibile. Inoltre per gli appassionati di storia e di storia del rock un modo per approfondire e scoprire aspetti magari poco conosciuti.
Francesca Surdi