Articolo pubblicato il: 30/12/2016 11:07:42
Ecco quanto apprendiamo dalla nota inviata dai i CC della Stazione di Santa Maria Capua Vetere: "Nel pomeriggio di ieri, 29 dicembre 2016, in Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura, i CC della Stazione di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. in sede - si legge nella nota -, per i reati di violenza sessuale aggravata, lesioni personali, sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia, nei confronti di (...) (cl. 93). Il provvedimento cautelare trae origine dalle denunce sporte da due diverse persone offese (peraltro, mai conosciutesi fra di loro), risultate vittime, in periodi contigui, (la prima Maggio – Giugno 2016, la seconda Agosto – Settembre 2016) di condotte violente ed aggressive da parte di (...) - si legge nella nota -. In particolare, le indagini hanno consentito di porre in evidenza il modus operandi di (...): dopo essersi guadagnato la fiducia delle vittime, le ospitava presso la propria abitazione, per, poi, di fatto segregarle, e, in una sorta di progressione criminosa, aggredirle fìsicamente e abusare sessualmente di una di esse. La prima vittima, dopo un breve periodo di convivenza con il reo, veniva dallo stesso aggredita con cadenza giornaliera e costretta a vivere segregata in casa, sebbene, in quel periodo, si trovasse in stato di gravidanza. La violenza di (...) era tale che, la vittima in questione, veniva privata anche della possibilità di avere contatti con i propri familiari e potersi sottoporre alle periodiche visite ginecologiche di controllo, tanto che giungeva al parto in condizioni sanitarie pessime (la segnalazione di reato giungeva a questo Ufficio proprio dal presidio ospedaliero ove la ragazza aveva partorito, senza che (...) fosse presente) - si legge nella nota -. A seguito di un’accesa discussione, (...) le procurava gravi lesioni al volto ed al petto. Solo grazie alla momentanea assenza del proprio aguzzino, la vittima riusciva finalmente a scappare, rifugiandosi dai propri parenti. La seconda vittima, di nazionalità rumena e minore di anni 18, dopo aver convissuto con Cioffi, veniva, dapprima, segregata in una delle stanze della sua abitazione, di poi, dietro minaccia di un coltello e percosse, subendo, persine bruciature di sigarette sul proprio corpo - si legge nella nota -, veniva, più volte, costretta, a compiere e subire atti sessuali. Pur di raggiungere il proprio scopo ed al fine di evitare che la minore potesse scappare, (...) praticava ai suoi danni un vero e proprio sequestro di persona, sbarrando con travi di legno e chiodi l’unica finestra presente nella stanza e provvedendo a chiudere la porta con un lucchetto, ogni qual volta usciva da casa. Come nel caso della prima vittima, la giovane ragazza riusciva a liberarsi grazie alla distrazione di (...) che, in un’occasione, aveva dimenticato di chiudere il lucchetto della porta. Le condotte aggressive del reo cagionavano alla minore lesioni gravissime - si legge nella nota -. Un’ulteriore vittima di (...) era, infine, la madre. Quest’ultima, infatti, così come emerge dalle dichiarazioni concordanti delle due giovani donne, veniva maltrattata con cadenza giornaliera e percossa, con schiaffi e pugni, dal figlio, essendo così costretta a vivere in un clima di costante terrore e di ansia".